Per adesso c’è soltanto una fotografia: attorno al sindaco di Firenze Matteo Renzi, posano sorridenti tre esponenti siciliani del Pdl. Non semplici simpatizzanti del partito del predellino, ma militanti di lunga data, tutti eletti a cariche di vertice in Sicilia. C’è il capogruppo del Pdl al comune di Palermo Giulio Tantillo, da vent’anni berlusconiano convinto, c’è il suo collega in consiglio comunale Giuseppe Federico, vicinissimo a Gianfranco Miccichè, e c’è anche un deputato regionale pidiellino, Giuseppe Milazzo, entrato a Palazzo dei Normanni in sostituzione di Francesco Scoma, migrato in Senato dopo le ultime elezioni politiche.

Che ci fanno tre affezionatissimi berlusconiani abbracciati al primo cittadino di Firenze, nei giorni della Leopolda? Sui social network le battute si sono sprecate: effetto delle larghe intese? Nuovissime new entry tra i rottamatori, direttamente dall’isola del 61 a 0 delle politiche del 2001? Un corto circuito che ha obbligato Giuseppe Federico, autore della foto pubblicata sulla sua pagina facebook, a replicare. “Abbiamo incontrato a Firenze Matteo Renzi e abbiamo fatto una foto. Non c’è nessun significato politico, anzi mi scuso con Tantillo e Milazzo per l’accaduto” si giustifica il fedelissimo di Miccichè. Scuse a parte però quella fotografia, subito rimossa dai social network, si presta a più di una lettura. Intanto perché certifica per la prima volta la simpatia spontanea che il sindaco di Firenze suscita tra i fedelissimi di lungo corso del Popolo della Libertà.

E poi perché uno degli esponenti pidiellini ritratto con Renzi, il deputato regionale Milazzo, proprio nei giorni dello scatto galeotto è entrato in rotta con il suo gruppo parlamentare. Il Pdl a Palazzo dei Normanni è infatti ad un bivio: votare o non votare la mozione di sfiducia al governatore Rosario Crocetta, proposta dal Movimento Cinque Stelle? Il capogruppo pidiellino all’Ars Nino D’Asero sembra orientato per un “comportamento responsabile”, mentre il suo vice, Marco Falcone, ha addirittura apposto la sua firma per fare in modo che i Cinque Stelle potessero presentare la mozione di sfiducia, che si discuterà in aula domani. Ed è proprio a causa di questa spaccatura che alcuni deputati come lo stesso Milazzo si sono sfilati. “Non le posso dire come voterò domani – dice – ma ho già anticipato che non parteciperò più ai lavori del mio gruppo parlamentare: ci hanno votati per fare opposizione, non per fare la stampella”. Logico dunque che più di qualcuno abbia avanzato l’ipotesi delle sirene renziane per l’esponente del Pdl, immortalato con il primo cittadino gigliato. “Guardi, glielo giuro sui miei figli, io rimango fedele ai vertici nazionali del Pdl” promette però Milazzo, utilizzando parole care al massimo leader del suo partito. “E poi io di politica nazionale non ne capisco molto a dire il vero: ero a Firenze per un convegno dell’Anci, c’era Renzi che si è messo a scherzare e abbiamo fatto una foto per ricordo”.

La querelle tra pidiellini non è però l’unica polemica proveniente dalla Leopolda in direzione Sicilia. “Epifani, leggiti la biografia di Pio la Torre e caccia a calci nel sedere Crisafulli” ha chiesto l’attore e regista palermitano Pif, all’anagrafe Pierfrancesco Diliberto, davanti al pubblico radunato dal sindaco di Firenze. Una richiesta che arriva proprio nei giorni in cui lo stesso Crisafulli, già cancellato dalle liste del Pd alle ultime elezioni politiche, è stato eletto segretario del Pd ad Enna con una maggioranza bulgara: il 98,5 per cento dei consensi. Forte dell’ultimo successo plebiscitario, Crisafulli non le ha mandate a dire. Prima ha replicato a Pif, destinatario di una curiosa proposta. “Lo invito a sostenere la sua tesi in provincia di Enna. Lo invito nelle sedi del Pd della mia provincia, dove si renderà conto di quanto siamo ospitali”. Poi, intervistato dal quotidiano palermitano livesicilia.it, l’ex senatore ha spiegato che “i renziani mi hanno chiesto sostegno, io ho detto di no, e quindi mi attaccano”. Nella corsa alla segreteria, Crisafulli appoggia infatti lo sfidante numero uno di Renzi, Gianni Cuperlo. Che però sull’argomento batte in ritirata. “Crisafulli? Non l’ho candidato io, in quel contesto avrei dato un consiglio diverso, avrei fatto una scelta diversa” ha nicchiato il pretendente alla segreteria del Pd. Infine “Mirello” si è sfogato alla Zanzara, su Radio 24. “Querelo questo Pif – ha detto –  non so chi sia e nessuno conosce. Ma ha detto cose false sul mio conto. Poi quando i giudici mi daranno ragione darò i soldi al partito”. 

Twitter:@pipitone87

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