Sulla questione Raicompensi eccessivi dei conduttori, debiti dell’azienda, ipotesi di privatizzazione – si sta facendo, se permettete, un po’ di confusione, sovrapponendo argomenti da tenere separati e dimenticando alcuni fatti che invece sarebbe bene avere presenti.

Da come è stata messa la faccenda da parte di certi ambienti politico-giornalistici, sembrerebbe che i responsabili dei problemi economici del servizio pubblico siano Fazio, Benigni e l’ipotetico arrivo di Crozza. Ora, innanzi tutto io resto dell’idea che un programma come quello sulla Costituzione di Benigni vale da solo tutti i soldi del canone. Intanto perché se un servizio pubblico non parla di Costituzione chi lo farà mai? E poi visto che i risultati di audience hanno portato tanta, tantissima acqua al mulino dell’azienda, proprio non capisco che riserve si possono ancora sollevare sui compensi di chi ha avuto un’dea così intelligente e il coraggio e la capacità di realizzarla. O meglio lo capisco benissimo.

Il gioco tipicamente brunettesco è un gioco delle tre carte, un fare d’ogni erba un fascio: come i dipendenti pubblici sono tutti fannulloni così i conduttori di sinistra sono tutti spreconi. E nel paese degli smemorati, nessuno chiede conto a Brunetta dei veri spreconi: chi ha investito tutti quei soldi nel fallimentare Barbarossa? Chi ha fatto un contratto principesco a Giuliano Ferrara per quei suoi cinque minuti dopo il Tg1 che facevano scappare a gambe levate spettatori e investitori pubblicitari? Chi ha concesso una prima serata e un pacco di soldi a Vittorio Sgarbi per il suo programma di cartapesta chiuso miseramente dopo la prima puntata? E dov’era Brunetta quando si firmavano quei contratti? Ora che questo giochetto furbetto lo faccia Brunetta, seguito o ispirato da qualche suo amichetto, non mi sorprende.

Ma che stiano al gioco anche rappresentanti di altri ambienti, per esempio quelli vicini ai Cinque stelle, che hanno storie, valori, motivazioni, interessi ben diversi da quelli di Brunetta e della sua bottega, be’ questo mi lascia sconcertato. Come mi sconcerta ogni volta che sento parlare senza dubbi e senza distinzioni di privatizzazione della Rai e non posso fare a meno di ricordare non solo che un servizio pubblico esiste in tutti i paesi europei, ma anche che la sua immediata e totale soppressione era uno dei punti cardine del programma della P2.      

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