Marco Travaglio apre il suo editoriale, facendo notare come le leggi vengono applicate pedissequamente per gli immigrati e i No Tav. Non certo per i politici. Gli immigrati, ad esempio, sono divisi in due categorie in base ad una legge firmata da Napolitano nel 2009: gli immigrati morti, che sono incensurati, e quelli vivi o agonizzanti, che invece sono indagati per immigrazione clandestina. Il vicedirettore del Fatto Quotidiano menziona, quindi, Angelo Alfano, che ha detto, urbi et orbi, che gli immigrati devono rispettare le leggi. “Gli immigrati però non riuscivano a capire le parole di Alfano” – osserva ironicamente Travaglio – “che parlava anche del suo leader e chiedeva al presidente della Repubblica di graziarlo”. Il giornalista poi affronta il caso Maradona, della sua ospitata da Fazio, del suo rapporto con Equitalia e del suo contestato gesto dell’ombrello. “Quel gesto” – sottolinea Travaglio – “era per noi coglioni che paghiamo le tasse il doppio anche per quelli che, come Maradona, non pagano le tasse”. Inevitabile il riferimento a Renato Brunetta, che ha protestato vivacemente con Fabio Fazio e non con Maradona, il cui avvocato, Angelo Pisani, ha fondato una lista anti-Equitalia affiliata a Pdl e alla Lega Nord. Travaglio cita anche l’intervista rilasciata da Denis Verdini (“ha più processi che capelli”) all’inviato di Report, sottolineando il suo costante intercalare “cazzi e mazzi”. Alla trasmissione della Gabanelli il politico ha ammesso di aver preso dei soldi in nero, ma nessuno si è indignato: né Brunetta, né il Pd

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