La ‘hybris’ senza dubbio è sempre stata una caratteristica dell’uomo; non a caso la mitologia è costellata di figure che, a causa della loro tracotanza e della loro ambizione smodata, si sono trovate a pagare con le nemesi più spietate la loro presunzione. Tornano alla mente le vicende iperboliche dell’imprudente Icaro che troppo si accostò al sole con le sue ali di cera; di Prometeo il titano, che reo di eccessive incoscienza e generosità rubò il fuoco agli dei per regalarlo agli uomini; di Adamo ed Eva che imprudenti vollero mangiare il frutto della conoscenza loro proibito, e come queste tante altre storie in cui gli uomini non hanno lesinato spavalderia ed insolenza osando l’assalto al Cielo.
 
La declinazione contemporanea della hybris, ahimé, ha tratti molto meno epici e prende forma nei primi piani arroganti e nelle parlate sboccate di Denis Verdini e Marcello Dell’Utri che raccontano, non privi di un’ombra mal dissimulata di fierezza, le loro gesta d’imprenditori d’assalto, evasori fiscali, finanziatori- finanziati più o meno velatamente illeciti, corruttori dal nome mascherato, condendo il tutto con qualche ‘cazzi e mazzi’ per suggellare il tripudio della strafottenza.
 
L’ostentazione di spavalderia nel sottoporsi ad un’intervista ‘scomoda’ che li mette davanti  ai loro trascorsi, non nasce tanto da una volontà apologetica quanto piuttosto dalla rivendicazione di un’assoluta normalità di condotta all’interno del sistema vigente.
 
Denis Verdini, con i suoi trucchi da imbonitore, la capacità innata del raggiro, l’abilità di vampirizzare ciascuno gli torni utile per poi scavalcarlo, usando la voce grossa e i modi bruti all’occorrenza, siede dalla parte dei vincenti ed ostenta strafottente di non avere nulla da nascondere: ‘perché’ il mondo funziona così, perché’ quello che ho fatto io se fossi stato capace l’avresti fatto anche tu, perché’ chi è che per i soldi non sarebbe disposto a tutto..’, sembra voler dire tra le righe al suo intervistatore. 
Ed effettivamente la sua plateale assenza di rimorso -anche solo apparente- racconta molto di un’Italia onnivora, alla quale preme solo che diventi lecito ingerire tutto senza limitazioni di sorta, anche a patto di autodigeririrsi la coscienza.  

I Verdini sono la specie che negli ultimi vent’anni è scesa in politica con la sola finalità di istituzionalizzare, promuovere e promulgare quelle leggi non scritte già tacitamente in vigore nella società, trasformando il Parlamento in quel porcile nel quale un uomo, ancora degno di questo epiteto, non può che pasolinianamente finire mangiato vivo.

Se Icaro si accostò troppo al sole e finì per far sciogliere le sue ali di cera, Verdini ha da tempo superato il buco dell’ozono facendo liquefare le ali dell’Italia alle radiazioni cancerogene dei raggi ultravioletti.

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