I giganti di Wall Street si puliscono la coscienza a colpi di miliardi di dollari. Mentre il premier Enrico Letta mette a punto una Legge di stabilità che regala un miliardo alle banche italiane, le autorità americane mettono alle strette gli istituti di credito a stelle e strisce. La Federal Housing Finance Agency (Fhfa), l’organo di vigilanza sul mercato dei titoli immobiliari, sta valutando una multa di 6 miliardi di dollari nei confronti di Bank of America. La sanzione, spiega il Financial Times, è legata al comportamento, definito ingannevole e fuorviante, tenuto dalla banca alla vigilia della crisi dei mutui subprime del 2007. Un comportamento denunciato nei ricorsi presentati da Fannie Mae e Freddie Mac, le due società a cui furono venduti prodotti finanziari ad altissimo rischio e che fallirono in seguito alla crisi.

Bank of America non è però l’unica banca americana obbligata ad aprire il portafogli per risolvere i guai con la giustizia. Jp Morgan ha raggiunto un accordo non ancora definitivo con il dipartimento della Giustizia, acconsentendo a pagare 13 miliardi di dollari per chiudere il caso in sede civile. L’intesa non riguarda invece l’indagine in corso in sede penale, che è in mano ai procuratori federali di Sacramento, in California. Anzi in base all’accordo il dipartimento della Giustizia si aspetterebbe una collaborazione di Jp Morgan con le indagini in sede penale sul comportamento della banca fra il 2005 e il 2007.

Se l’accordo venisse finalizzato, si tratterebbe della causa di più alto profilo portata avanti dal governo di Washington in relazione alla crisi finanziaria del 2008, che ha fatto sprofondare l’economia nella peggiore recessione dai tempi della Grande depressione degli Anni ’30. L’ipotesi di accordo è stata raggiunta nel corso di una telefonata avvenuta venerdì sera tra l’Attorney general in persona, Eric Holder, l’Associate attorney general, Tony West, l’amministratore delegato di Jp Morgan, Jamie Dimon, e il General counsel della banca, Stephen Cutler. I 13 miliardi di dollari del patteggiamento sono così suddivisi: 9 sarebbero di multe, mentre i restanti 4 miliardi in aiuto dei consumatori.

Il patteggiamento servirà a fermare le accuse a Jp Morgan legate alla qualità delle cosiddette mortgage-backed securities, cioè titoli garantiti da mutui ipotecari, vendute nel periodo immediatamente precedente alla crisi finanziaria del 2008, fra il 2005 e il 2007. Quando nel 2007 scoppiò la bolla immobiliare, diversi pacchetti di mutui che erano stati venduti come securities si rivelarono ad alto rischio e gli investitori che li avevano comprati persero miliardi. Successivamente montò l’insoddisfazione dell’opinione pubblica per il fatto che nessun manager di Wall Street era finito in prigione. E alcuni deputati e altri critici chiesero che le grandi banche salvate e gli alti executive rispondessero dell’accaduto. In risposta a queste richieste, nel gennaio del 2012, il governo istituì una task force di autorità federali e statali per occuparsi dei vari casi legati alla crisi dei mutui subprime.

In caso di finalizzazione dell’accordo, per Jp Morgan i 13 miliardi andrebbero ad aggiungersi ad altri accordi di pagamento raggiunti dalla banca. A settembre Jp Morgan ha ammesso di avere fallito nel supervisionare il trading che ha portato l’anno scorso a una perdita di circa 6 miliardi di dollari dovuta alle scommesse azzardate sui derivati nel caso della cosiddetta “balena di Londra; in questo caso la banca ha raggiunto un accordo con tre enti regolatori negli Stati Uniti, tra cui la Sec (la Consob americana), e uno nel Regno Unito per pagare 920 milioni di dollari, una delle multe più alte mai fissate per un istituto finanziario.

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