Scoperto il mistero dello scudo che conferisce ad alcune persone una sorta di ‘immunità’ all’Hiv. Gli scienziati statunitensi hanno messo in luce l’indizio fondamentale sul perché alcuni pazienti siano in grado di controllare a lungo termine virus senza prendere farmaci antivirali. La scoperta potrebbe essere utile per limitare la durata nel tempo del trattamento farmacologico per tutti gli altri soggetti sieropositivi.

I rari soggetti che non hanno bisogno di farmaci per controllare l’Hiv possiedono una porzione extra di un certo tipo di proteina immunitaria, che blocca la diffusione del virus all’interno dell’organismo, trasformandolo in un “buono a nulla”, come spiegano su ‘PloS One’ i ricercatori della Northwestern Medicine. La nuova scoperta arriva dall’analisi in laboratorio delle cellule degli ‘immuni’.

Gli scienziati puntavano infatti a risolvere il mistero del perché l’1% delle persone affette da Hiv riesce a controllare il virus senza farmaci, a volte per tutta la vita. La scoperta rappresenta, in pratica, una seconda linea di difesa celata in profondità nel sistema immunitario di alcune persone. Lo studio suggerisce un nuovo approccio che potrebbe consentire di trasformare ogni sieropositivo in un ‘controller’ . Obiettivo, liberare questi pazienti dalla ‘schiavitù nei confronti dei farmaci anti-retrovirali. “Preservare e persino potenziare questa seconda linea di difesa nelle cellule può rendere le persone con infezione da Hiv” dei controller, spiega Richard D’Aquila, direttore della Northwestern Hiv Translational Research Center. Ora il suo team sta lavorando proprio allo sviluppo di un farmaco che consentirebbe di aumentare la proteina immunitaria difensiva scudo chiamata Apobec3g o A3.

“Dobbiamo continuare la ricerca anche con nuovi approcci. Le persone che sono in terapia hanno una maggiore incidenza di malattie cardiovascolare, di cancro ma conducono una vita. Bisogna quindi trovare una terapia e bisogna curare quelli che non hanno accesso alle cure. Noi vogliamo eliminare l’Aids, la prevenzione è importante – dice Robert Gallo, direttore del dipartimento di virologia umana dell’università del Maryland e tra i pionieri delle scoperte sul cirus Hiv, – ma abbiamo le capacità per porre fine all’epidemia se facciamo test ematici e curiamo tutte le persone in modo che non ne infettino altre. Ci vuole il vaccino ma ci sono grosse difficoltà. Bush – ha aggiunto – aveva istituito un fondo per la cura, noi stiamo lavorando in paesi africani e caraibici su 800 mila pazienti. Questo progetto deve sopravvivere, ma siamo sempre preoccupati che il progetto venga chiuso”.

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