Dopo trentotto anni la Spagna fa ancora i conti con il franchismo. Oltre 100 associazioni, riunite nella “Commissione della Verità”, provano a mantenere viva la memoria delle repressioni e degli orrori della dittatura appellandosi a Papa Francesco. In un’accorata lettera invitano il Pontefice a chiedere perdono alle vittime del franchismo per l’appoggio che le alte gerarchie ecclesiastiche spagnole assicurarono al Caudillo Francisco Franco.

La chiesa iberica sostenne il golpe del Generale Franco contro la Repubblica spagnola del 1936, legittimando poi la dittatura e il pugno duro usato verso gli oppositori. Non è un caso che sulle tombe degli aderenti all’apparato del regime si incideva un unico epitaffio: “Caídos por Dios y por España”. Ancora oggi – sostengono i rappresentanti della “Commissione della Verità” nella missiva al Papa – le gerarchie cattoliche mostrano riguardo nei confronti degli ecclesiastici che appoggiarono il regime, mentre il ricordo delle vittime di quello stesso apparato repressivo cade nell’oblio.

Una discriminazione che si fa tangibile quando si completano le procedure di canonizzazione a favore degli ecclesiastici vicini al Caudillo e si continuano ad ignorare le storie di quei sacerdoti, soprattutto baschi, trucidati dal regime. Sono i fantasmi di un passato ingombrante, spettri che ritornano nella vita politica, nelle vicende laiche e in quelle religiose.

Polemiche hanno suscitato le rimozioni delle ultime raffigurazioni pubbliche di Franco: solo nel 2007 fu approvata la legge che impone alle amministrazioni pubbliche di eliminare i simboli della dittatura e le insegne commemorative di quel periodo buio. Contrasti sono sorti in vista della beatificazione di massa celebrata dalla Conferenza Episcopale spagnola e l’arcivescovado di Tarragona: ben 522 cattolici divenuti beati. “Martiri” secondo gli organizzatori, “vittime” delle gerarchie ecclesiastiche, secondo gli attivisti antifranchisti.

Il loro appello all’annullamento di un evento ritenuto di natura più politica che religiosa è caduto nel vuoto. Ora pezzi rilevanti della società civile confidano nella nemesi storica di Papa Francesco.

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