Un ex presidente imputato. O, chissà, un ex presidente carcerato. O magari un ex presidente fuggitivo. “Mi faranno marcire in galera” dice sconfortato ai suoi europarlamentari. Dice di vedersi come Yulia Timoshenko, l’ex primo ministro ucraino simbolo della Rivoluzione arancione, in cella da due anni. “Putin me l’aveva detto”, si pente: il presidente russo lo aveva messo in guardia. Quasi le stesse parole che aveva usato Bettino Craxi. L’incubo di Silvio Berlusconi è il carcere. E così cosa potrà mai fare dunque il Cavaliere? “Non gli resta che scappare” dicono i molti che pensano alle residenze caraibiche del leader del Pdl e agli amici presidenti nell’Europa dell’Est. Perfino Libero ha scritto negli ultimi giorni che lo stesso Vladimir Putin, pur di non vedere l’amico soffrire, si sarebbe offerto di dare ospitalità al Cavaliere. 

D’altra parte dopo il sì della Giunta per le Elezioni, alla perdita del seggio di Palazzo Madama manca solo il voto dell’Aula: quando ci sarà il sì definitivo il fondatore di Forza Italia non potrà contare più sui privilegi della sua carica: quindi in ipotesi potrà essere arrestato senza che i magistrati debbano chiedere l’autorizzazione alla Camera di appartenenza, potrà essere intercettato e perquisito. Scartata ormai la possibilità di grazia da parte del presidente Giorgio Napolitano, ancora tutti da verificare i benefici di eventuali amnistia e indulto, Silvio Berlusconi potrebbe pensare di passare il resto dei suoi giorni nelle residenze all’estero: Antigua o Bermuda, ma anche Saint Moritz. Il ritiro dei passaporti – l’ex premier aveva anche quello diplomatico – potrebbe non essere un ostacolo alla grande fuga. 

Il primo a indicare a Berlusconi l’ipotesi numero 1, ovvero la grande fuga, era stato Beppe Grillo. Era marzo e non era ancora arrivata neanche la sentenza di secondo grado del processo Mediaset: “Berlusconi ha paura di fare la fine di Bettino Craxi, ma sarebbe invece la sua fortuna. In fuga sulle spiagge tunisine piene di Ruby senza la rottura di coglioni quotidiana dei suoi questuanti. Senza Ghedini, Alfano, Gelmini, senza Bondi, Gasparri, Cicchitto, Brunetta e soprattutto D’Alema. Un paradiso terrestre. Si faccia condannare al più presto senza attenuanti e, prima dell’arresto, si dia alla latitanza. Ci guadagnerà in salute. Guarirà dall’uveite e gli italiani guariranno finalmente dall’orchite con cui li affligge da vent’anni….”. Ora quello che sembrava un consiglio-burla del leader del Movimento 5 Stelle viene ripetuto come un mantra da molti. Sono ancora tanti i processi e le inchieste che il Cavaliere dovrà affrontare soprattutto senza lo scudo dell’immunità parlamentare. Senza contare il messaggio scritto a metà degli anni Novanta da Craxi, e rivelato qualche tempo fa dalla figlia Stefania, destinato al Cavaliere: “Non illuderti, la macchina giudiziaria agirà contro di te”. Una sorta di presagio che ora risuona come una maledizione. 

Milano, nuovi guai dai processi Ruby e Ruby bis e Mediaset? In primis ci sono le previste trasmissioni degli atti ai pm da parte dei giudici del processo Ruby e Ruby bis. Il Cavaliere e quasi tutti i testi a difesa, compresa Karima El Mahroug, verranno iscritti nel registro degli indagati. Quale sarà il titolo di reato – falsa testimonianza, corruzione in atti giudiziari o intralcio alla giustizia – il problema si profilerà: a causa dei soldi che l’ex premier ha continuato a versare anche durante il processo alle Olgettine. Quando Berlusconi sarà nuovamente imputato e le ragazze passeranno dalla veste di testimoni a quella di indagate come si comporterà la procura di Milano? Stando al gossip romano il timore dell’avvocato Niccolò Ghedini, che con il collega Piero Longo potrebbe finire nei guai per la storia dei verbali difensivi fatti firmare alle ragazze, è che l’offensiva finale parta dai magistrati milanesi con una ordinanza di custodia cautelare. Anche se sempre a Milano si potrebbe aprire un altro filone relativo al processo Mediaset per i tentativi, raccontati dall’ex senatore Sergio De Gregorio, di bloccare la rogatoria di Hong Kong per impedire ai pm di proseguire nelle indagini che poi hanno portato alla condanna definitiva in Cassazione. Gli altri processi sono tutti già in una fase cristallizzata o quasi; il pericolo di inquinamento probatorio appare improbabile. 

Napoli, compravendita senatori e patteggiamento De Gregorio. Il 23 ottobre il gup di Napoli dovrà decidere se ratificare il patteggiamento di De Gregorio a un anno e 8 mesi per corruzione. La storia è quella relativa alla caduta del governo Prodi grazie al voto di sfiducia di alcuni senatori. L’ex parlamentare Idv passò poi nelle fila del Pdl. Sempre quel giorno il giudice per l’udienza preliminare dovrà decidere se mandare a processo Berlusconi: l’accusa è di aver versato in nero tre milioni di euro a De Gregorio per portare a termine l'”Operazione Libertà”. Il rinvio a giudizio è stato chiesto per l’ex direttore dell’Avanti, Valter Lavitola.

Bari, caso escort: udienza preliminare e nuove indagini. Lo scorso 20 luglio, la Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di Berlusconi e Lavitola per un filone del ‘caso escort’. L’accusa è anche in questo caso l’induzione a mentire all’autorità giudiziaria. Per i pm l’ex premier per due anni avrebbe pagato l’imprenditore pugliese Gianpaolo Tarantini in cambio del suo silenzio su una serie di informazioni di cui era a conoscenza e delle bugie che avrebbe raccontato nel corso degli interrogatori cui è stato sottoposto dai magistrati baresi (tra luglio e novembre 2009) che stavano indagando. Tarantini oltre a mezzo milione di euro, avrebbe ottenuto la promessa di un lavoro e la copertura delle spese legali per i suoi processi (anche nel processo Ruby bis Nicole Minetti ha ricevuto questo aiuto).I pm non hanno ancora chiesto il rinvio a giudizio perché sono stati delegati altri accertamenti. Ma da Bari potrebbero arrivare anche altri guai perché la procura ha ricevuto dai colleghi romani una segnalazione di Bankitalia su quattro bonifici ‘sospetti’ per complessivi 1,5 milioni di euro fatti alla società ‘Moon & Stars’. Parte della somma, circa 600mila euro sarebbe stata utilizzata per acquistare l’appartamento romano, in via Baccina, intestato a Sabina Began, l”ape regina’ delle feste organizzate nelle residenze romane del Cavaliere. Began è imputata a Bari assieme a Tarantini e ad altre persone nel procedimento escort, ora in fase di udienza preliminare. I magistrati baresi potrebbero avviare accertamenti per verificare se l’acquisto dell’appartamento sia servito in qualche modo ad edulcorare le dichiarazioni della donna, in passato legata sentimentalmente all’ex premier, durante l’inchiesta per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione delle giovani ragazze portate da Tarantini a Palazzo Grazioli.  

Affidamento ai servizi sociali e udienza per l’interdizione. Come annunciato dalla difesa, è stata presentata la richiesta di affidamento ai servizi sociali: il Cavaliere deve scontare un anno come conseguenza del verdetto Mediaset (gli altri tre sono stati condonati grazie all’indulto, ndr). Altrimenti per il leader del Popolo della Libertà sarebbero scattati gli arresti domiciliari. L’istanza della difesa è stata custodita dal presidente del Tribunale di Sorveglianza Pasquale Nobile De Santis in una cassaforte in attesa che il fascicolo venga assegnato al giudice Beatrice Crosti. Nei prossimi giorni il fascicolo della richiesta di affidamento sarà affidato al magistrato e presumibilmente l’udienza sarà fissata nella primavera del 2014. Il 19 ottobre la corte d’Appello di Milano dovrà invece rideterminare la pena accessoria ovvero l‘interdizione dei pubblici uffici come disposto dalla Cassazione proprio nell’ambito del processo sui diritti tv. Il presidente del Pdl potrebbe perdere, anche se per ora non ancora misteriosamente è accaduto, l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica.  

A eventuali prossime elezioni, a meno di abolizione delle nuove norme, non potrà essere più candidato. La volontà di fare cadere il governo Letta è stata sventata dalle colombe del partito. Senza politica e senza più “cene eleganti” cosa gli resta da fare? Forse l’ipotesi Antigua, per lui, è quella più sicura. Ma qualcuno, qualche amico dovrebbe fargli avere un passaporto diplomatico. 

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