Ricevo e pubblico da Salvatore Setola, valente giornalista del Mucchio Selvaggio – Extra e OndaRock, la segnalazione di questa iniziativa che andrà di scena questo fine settimana in quei luoghi campani martoriati dalla piaga dei rifiuti tossici, finalizzata a rompere il muro d’omertà e far parlare di un tema troppo a lungo insabbiato. (AA)

 “Nella Terra dei Fuochi – quel lembo di Campania tra l’alto napoletano e il basso casertano – quasi ogni famiglia ha in carico sulle spalle una croce pesante come un macigno: il tumore di un proprio caro. In quelle lande, la terribile malattia ne risparmia pochi. Ne muoiono gli anziani, ormai rassegnati a finire i loro giorni sul letto di un reparto di oncologia; ne muoiono gli adulti, consapevoli che dalle loro parti passare i sessant’anni indenni equivale a un terno al lotto; ne muoiono i giovani, terrorizzati dall’afrore luttuoso che si respira per le strade dei loro paesi.

Soprattutto, ne muoiono i bambini, la cui unica colpa è quella di essere nati in un ambiente avvelenato. È una mattanza senza fine, un olocausto silenzioso di cui si conoscono da tempo i responsabili: la camorra locale, le aziende del Nord e le istituzioni colluse. Un mix letale che ha trasformato le campagne fertili dell’Agro Aversano e dell’Agro Atellano in ricettacoli di ogni schifezza tossica, radioattiva e nociva in genere. Fortunatamente, nelle ultime settimane la popolazione, guidata dall’inesauribile vigore di don Maurizio Patriciello, sembra essersi svegliata da un lungo torpore. Quattromila manifestanti ad Aversa e a Casal di Principe, ottomila a Giugliano, ben trentamila a Caivano.

Ma l’urlo di un popolo afflitto, per quanto acuto e disperato possa essere, può cadere nel vento, se dall’altra parte chi dovrebbe ascoltare fa finta di essere sordo. Per tacere delle deprecabili illazioni del ministro della Salute Beatrice Lorenzin – che ha attribuito l’alta incidenza di tumori in Campania agli “stili di vita errati” – e le vergognose offese di Mario Adinolfi e –ultimo proprio nella giornata di ieri – tale Claudio Velardi. Circostanze che rischiano di trasformare, come da prassi italica, il dramma in farsa.

Un’azione forte è quello che ha fatto la scorsa notte l’artista Giovanni Pirozzi, installando nelle piazze e nelle strade di San Cipriano d’Aversa, Casal di Principe e Casapesenna – ovvero il cuore del clan dei Casalesi – più di centocinquanta manichini realizzati con quasi cinquemila bottiglie di plastica. Sono figure che rappresentano in larga parte persone comuni impegnate in attività quotidiane: una mamma tiene in braccio il suo neonato, un uomo porta in giro il cane, una scolaresca assiste alla lezione, una rock band suona in uno scantinato. Niente di straordinario, se non fosse che ognuno di loro cova nel proprio organismo della macchie nere che attirano l’attenzione al primo sguardo e gelano il sangue nelle vene: sono tutti potenziali morti. Morti che camminano; così si sente la gente che vive in quei posti.

L’ installazione a cielo aperto rientra nell’ambito della rassegna “Accendiamo la speranza!”, organizzata dalle associazioni Work In Progress e Albanova Bene Comune: una tre giorni che si apre oggi pomeriggio alle ore 19 in piazza Marconi a San Cipriano d’Aversa, dove si terrà una tavola rotonda sul delicato tema “Rifiuti e tumori” a cui parteciperanno il dottor Antonio Marfella (medico dell’Istituto Nazionale Tumori “G.Pascale” di Napoli, uno dei primi a denunciare la drammatica situazione della Terra dei Fuochi ), il vescovo di Aversa Angelo Spinelli, il dottor Enrico Fontana (presidente di Libera Terra Mediterraneo) e il professore Stefano Tonziello. Interverranno inoltre i comici Maria Bolignano e Paolo Caiazzo. Domani invece, sempre a partire dalle ore 19 ma in piazza Del Giglio, nei pressi della stazione di San Cipriano d’Aversa, si terrà un concerto indie-rock, evento più unico che raro da quelle parti.
Sul palco si alterneranno band di diversa estrazione stilistica e culturale, esponenti della sempre florida scena partenopea: dalla poesia elettroacustica dei Foja al rock d’autore venato folktronica dei Veltanshaung, dalla fabbrica di poliritmi di Capone & BungtBangt alle fantasiose sperimentazioni timbriche degli altrettanto percussivi Bidonvillarik, dall’intrigante fusion etno-mediterranea degli sos alle suggestioni bandistiche e cinematografiche del sassofonista Pino Ciccarelli. E poi ancora l’hip-hop d’assalto di Capecappa e Underground Science Naples e quello più melodico di Rocco Hunt. L’auspicio è che indipendentemente dal gradimento della proposta musicale – che si presenta comunque abbastanza variegata da poter appagare diversi palati musicali – giovani e meno giovani accorrano numerosi anche dai paesi limitrofi. 

Sarà sicuramente una nuova tappa della presa di coscienza civile in atto negli ultimi mesi, ma potrebbe essere anche un’importante occasione d riscatto culturale per un territorio problematico che in passato ha stroncato sul nascere il minimo accenno di vitalità musicale (qualche anno fa a Casal di Principe un concerto dei 24 Grana finì in rissa). La causa è buona e giusta, la musica anche: trasformiamo i roghi tossici in vampe di speranza!”

Salvatore Setola 

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