Non ha mai usato mezze parole e non lo ha fatto neppure questa volta Gino Strada, il fondatore di Emergency, ospite del Festival del diritto a Piacenza per la seconda giornata di manifestazione. “Credo che un presidente della Repubblica non dovrebbe in nessun modo, in nessuna occasione e per nessuna ragione equiparare dei banditi e dei delinquenti alla magistratura”, ha detto a margine del suo incontro con la marea di persone che hanno invaso palazzo Gotico. 

Non voleva parlare di attualità eppure, nonostante qualche reticenza iniziale, il medico da anni impegnato nella cura dei malati nei paesi più bisognosi del mondo con la sua associazione, ha messo da parte le cautele e ha commentato con durezza l’attualità politica: “Dimissione in massa dei parlamentari del Pdl? Per me se si dimettono anche tutti la cosa non mi toglie l’appetito” ha scherzato amaramente. Ma poi, quando gli viene chiesto cosa farebbe lui, se fosse oggi presidente della Repubblica, visto che era stato tra i candidati del M5s alla corsa al Quirinale, risponde: “Se fossi al Quirinale? Mamma mia, preferirei non affrontare questo discorso. Ho la mia opinione personale su quello che un presidente della Repubblica dovrebbe o non dovrebbe, anzi non può fare per garantire la Costituzione. Cioè non dovrebbe in nessun modo, in nessuna occasione e per nessuna ragione equiparare dei banditi e dei delinquenti alla magistratura. Questo un presidente non dovrebbe assolutamente farlo. E invitare entrambi a stare un po’ più tranquilli e ad abbassare i toni”. E così all’estero Gino Strada preferisce minimizzare “l’esposizione del passaporto e non parlo italiano. Perché purtroppo abbiamo questa pessima reputazione” dice sconsolato.

Poi Strada è intervenuto sul suo campo, la sanità, che anche in Italia ha conosciuto distorsioni a causa di scelte politiche: “Credo proprio che, per stare in tema con il Festival, i diritti anche in Italia vengano violati sempre più spesso. Mi sembra un titolo ottimista ‘le incertezze della democrazia’, perché premette che ci sia una speranza. Sarebbe più adatto ‘le certezze della non democrazia – ha spiegato – siamo in una situazione grave dal punto di vista sociale. Parlo della nostra sanità, dove 9 milioni di italiani non riescono più a curarsi. E’ una tragedia sociale”. E questo a causa, ha continuato, “di decisioni irresponsabili della casta di introdurre profitto nella sanità, che non esisteva fino a qualche decennio fa. Così si sono rotti gli argini. Ha mollato la diga del Vajont. Ed è stata una scelta voluta e programmata dai signori della casta che ci guadagnano, perché hanno interessi e legami nel settore”. E la torta è golosa, ha sottolineato il fondatore di Emergency, che ha puntualizzato: “Il profitto in Italia è di 30 miliardi l’anno. Riportiamolo nelle tasche dei cittadini, avremmo una delle migliori sanità del mondo”.

Infine ha anticipato qualche passaggio del suo intervento, attesissimo, alla platea, dal titolo: “Diritto alla pace, diritti per la pace”: “Se la pace non ci può essere finché esisterà l’uomo? Quando non ci sarà più non ci interesserà la questione e se ci sarà la pace. La guerra è una scelta, disumana ma pur sempre una scelta. Speriamo che si ponga un freno a chi ha il dito facile sul grilletto. Spero si trovi una mediazione diplomatica o politica in Medio Oriente. Non mi sembra impossibile. Guardate in Siria, la contropartita è che il presidente siriano non usi più armi chimiche? Perché il presidente americano non le ha usate in Iraq? C’è sempre possibilità di mediazione, se no si trova sempre un pretesto per fare una guerra”.

 

 

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