Sarà la crisi a spingere gli spagnoli verso una giornata più produttiva o forse si tratta di una svolta salutista. Comunque sia, la Spagna potrebbe ripensare gli orari lavorativi, rinunciando addirittura all’immancabile siesta. Il 26 settembre è arrivato il primo sì dal Parlamento spagnolo alla proposta di portare in Spagna le lancette dell’orologio indietro di un’ora, adeguando il fuso orario a quello Gmt in vigore nel Regno Unito. La prima approvazione è giunta in commissione e non è vincolante. Ora la parola passera all’aula.

Fino agli anni ’40 in Spagna è stato in vigore l’orario Gmt, che era usato anche in Regno Unito e Portogallo, più o meno alla stessa latitudine. Poi la Germania nazista spinse la Francia ad adeguarsi al suo orario, e così fece anche la Spagna di Francisco Franco. Nella raccomandazione stilata dai deputati si legge che “il fatto che per oltre 71 anni la Spagna non ha rispettato il proprio fuso orario significa che dormiamo circa un’ora in meno di quanto raccomanda l’Organizzazione mondiale della sanità. Tutto questo ha effetti negativi su produttività, assenteismo, stress, incidenti e tassi di dispersione scolastica”, prosegue il documento. 

Secondo la commissione parlamentare spostare le lancette indietro di un’ora potrebbe avere effetti profondi sulle abitudini alimentari, di riposo e lavorative degli spagnoli, noti per lunghi pranzi, la siesta e i turni al lavoro fino a tardi. Se facesse buio prima, per esempio, le aziende potrebbero ripensare i loro orari di lavoro e si potrebbe andare verso turni nella fascia 9-17 come avviene tradizionalmente nel Regno Unito.

La presidente della commissione, Carmen Quintanilla, afferma che il sì al cambio di fuso è “una pietra miliare” di una serie di raccomandazioni mirate a rendere gli orari di lavoro e scuola più flessibili, e lavoro e vita familiare maggiormente conciliabili. Nonostante gli orari dal punto di vista professionale in Spagna siano molto vari, la tipica giornata lavorativa è divisa in due da lunghi pranzi, che talvolta durano fino a due ore e sono seguiti dalla siesta. Di conseguenza molti lavoratori poi non escono dal lavoro prima delle 19 e i negozi restano aperti fino alle 22, quando i bar cominciano a riempirsi di clienti.

Articolo Precedente

Progresso: realizzeremo i nostri sogni perché sono folli!

next
Articolo Successivo

I diritti gay e la famiglia del Mulino Bianco

next