La bozza di risoluzione sulle armi chimiche in Siria è pronta e potrebbe essere votata già questa sera all’Assemblea dell’Onu a Newy York. Alla fine anche gli ultimi dettagli sono stati risolti. Dopo una maratona negoziale di giorni i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza hanno trovato l’accordo per la distruzione degli arsenali chimici di Damasco. I Quindici sono stai convocati nella notte per esaminare il testo – presentato congiuntamente da Mosca e Washington – in consultazioni informali. “Abbiamo trovato l’accordo con gli Usa”, ha confermato il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov.

Il Consiglio potrebbe dunque essere arrivato a un passo dal voto su un documento che affianca e protegge il lavoro degli ispettori dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac), . Tra i punti cardine del documento c’è anche “un riferimento” al Capitolo 7 della Carta Onu, che prevede l’uso della forza in caso di inadempienza, come ha confermato il vice ministro degli esteri russo Gatilov, precisando che però “non ci saranno automatismi”. Ovvero, per autorizzare un’eventuale operazione militare sarà necessaria un’ulteriore risoluzione. Usa e Cina concordano sulla necessità che documento sia vincolante. Mosca ha fatto sapere che la Russia è pronta a contribuire al controllo dei siti di armi chimiche siriani, quando il presidente Bashar al Assad distruggerà gli arsenali chimici e le fabbriche dove si producono.

L’ambasciatore britannico Mark Lyall Grant ha riferito che la risoluzione potrebbe passare anche nella tarda serata di oggi a New York. Tutto dipende dallOpac. Il suo consiglio esecutivo dell’Opac si riunirà questa sera alle 22 all’Aja per fornire al Consiglio di Sicurezza un rapporto tecnico completo per la distruzione delle armi chimiche in Siria che si basa sulla proposta russo-americana. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu a New York sta aspettando le delibere dell’Opac per l’approvazione della bozza di risoluzione sulla Siria. 

La missione in Siria degli ispettori dell’Opac sull’arsenale del regime dovrebbe prendere il via martedì. E’ quanto si legge su una bozza di accordo tra i Paesi membri della stessa Opac che sarà messa ai voti stasera. Secondo la bozza, gli ispettori dell’Opac potranno investigare anche sui siti non dichiarati ufficialmente da Damasco. Il testo, una volta approvato, sarà allegato alla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che, stando alle indiscrezioni, condannerà l’attacco con armi chimiche del 21 agosto alla periferia di Damasco, senza attribuire specifiche responsabilità.

Allo stesso tempo, Assad, in un’intervista a una tv venezuelana, ha detto di ritenere che “le possibilità di un’offensiva militare (degli Usa) sono sempre presenti”, ma ha anche confermato che il suo governo intende rispettare l’impegno di distruggere le sue armi chimiche. “La Siria è impegnata a rispettare tutti gli accordi che ha firmato”, ha detto. I cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dovrebbero incontrarsi domani per discutere anche della conferenza di pace sulla Siria, la cosiddetta ‘Ginevra 2‘, e di una possibile data d’avvio; un argomento che secondo il New York Times è stato affrontato anche in un incontro nei giorni scorsi tra John Kerry e Lavrov. E’ possibile che la data per l’avvio dei negoziati di ‘Ginevra 2’ venga fissata oggi. Lo ha detto il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius.Le prospettive di portare attorno ad un tavolo i protagonisti del conflitto siriano, che in due anni e mezzo ha causato oltre 100 mila morti, sono però ulteriormente complicate dalla frammentazione dell’opposizione al regime di Assad.

Nuove indicazioni e pressioni per la conferenza ‘Ginevra 2’ dovrebbero comunque arrivare nelle prossime ore da una riunione del Core Group dei Paesi Amici della Siria, di cui fa parte anche l’Italia, che si svolgerà a margine dei lavori dell’ Assemblea generale dell’Onu. Nella riunione si parlerà anche di assistenza umanitaria ai milioni di profughi e sfollati del conflitto. Un problema per cui in un incontro sponsorizzato da Unione Europea e Giordania, sempre ai margini dell’Assemblea Generale, sono stati raccolti impegni per quasi 900 milioni di dollari.

Intanto si è appreso che gli ispettori delle Nazioni Unite in Siria indagheranno su sette episodi di attacchi con armi chimiche, di cui tre sarebbero stati perpetrati dopo il 21 agosto, ovvero dopo la strage di Ghouta. Sito, compreso tra sette i 7, sul quale gli ispettori faranno una nuova verifica. Lo riferisce un comunicato delle Nazioni Unite da Damasco. L’ufficio delle Nazioni unite nella capitale siriana spiega che la squadra scriverà un rapporto “nella speranza che sia pronto per fine ottobre”. Mentre il lavoro degli ispettori in Siria dovrebbe essere concluso entro lunedì prossimo. Sulla lista anche la città di Khan al-Assal, nel nord, vicino ad Aleppo, dove il 19 marzo scorso è avvenuto un attacco di cui governo e ribelli si accusano reciprocamente. 

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