Semplicemente, la deregolamentazione in rete sarà il flagello di molti autori. Il discorso non vale solo per la rete, a dir la verità. In rete chiunque scriva ha un suo pubblico, può sperare di averlo, apri un blog, un sito, et voilà. Sul talento, le possibilità, il mestiere:  è a discrezione di ognuno. Tant’è, soffriamo perlopiù e molto segretamente della sindrome di Salieri, ma alla fine ci sentiamo un po’ tutti Mozart, non è così? Va bene, parlo per me, vengo al dunque.

Ieri mattina, nell’edizione cartacea del Fatto viene pubblicato un mio articolo sulla candidatura di Roberto Vecchioni al Nobel, in un battito di ciglia il medesimo articolo finisce nel sito Menti informatiche (qui), a firma di certo Luca Zecca, che non cita la fonte (il Fatto Quotidiano), non cita l’autore (la sottoscritta). Il sito ammicca con un sottotitolo: “un occhio al web”. Chiamalo occhio. Manco i borseggiatori nella metro saprebbero fare meglio. Stesso titolo, testo riportato pari pari, firmato: Luca Zecca.

L’articolo nel sito in questione, cioè il mio articolo, rimbalza in altri siti di informazione, non a nome della testata il Fatto Quotidiano, ma di Menti Informatiche e di Zecca. Lasciamo perdere parole come deontologia, etica, onestà e basta, lasciamo perdere, qua non so cosa sia di più. Il tipo, Zecca (curioso il suo cognome, l’armonia direi con alcuni aspetti della vicenda), lo ha già fatto, ha già rubato le caramelle, ci finisco sempre io dentro (why?).

Altro articolo, pubblicato nell’edizione cartacea del Fatto, a firma della sottoscritta, in quel caso parlavo della tubercolosi a Siracusa (qui). Medesima disonestà, non si cita testata e autore, tutto a firma del signor Zecca. Addirittura l’ufficio stampa dell’Asp, tirata in ballo dal mio pezzo, interviene e commenta Zecca. E’ un delirio, non saprei che aggiungere.

Sono solo due episodi, i più recenti, non gli unici. Zecca ruba sistematicamente, impunemente, articoli prodotti da terzi ai quali non riconosce la titolarità. Questo è Zecca. Vengo dalla carta stampata, ma non serve quel minimo di professionalità per intendere che ci sono dogmi inviolabili (di una inviolabilità morale) quali: diritti d’autore, copyright, onestà intellettuale. Qui si compie un reato, si rimane impuniti, si insiste con arroganza (e no, non ignoranza, perché sia il sito che il signor Luca Zecca sono stati avvertiti a suo tempo). Mi interessa che questo post venga condiviso più che mai, non sono piccole cose, sono la riproduzione in tono minore di una deriva, anche se è solo materiale da risulta, spazzatura, mondezza.

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