Diceva Enzo Jannacci che l’importante è esagerare. E allora, evviva gli accademici di Stoccolma che hanno inserito nella rosa dei candidati al premio Nobel per la Letteratura, accanto a Bob Dylan, Roberto Vecchioni. Ma è una esagerazione, lo sappiamo tutti, e noi che lo abbiamo apprezzato possiamo dirlo: è un buon cantautore, un ottimo insegnante, una persona perbene. Ci sono delle cose meravigliose che hanno accompagnato i miei (e spero molti dei vostri) vent’anni. Ci sono dei versi che hanno bussato alle nostre infinite solitudini. “E se penso a Vecchioni corro a quel “io continuo a vederti partire” o il  “pensò che si trattasse di un impegno, non dodici anni senza ritornare”. Mi manchi, “ma finché canto ti ho davanti, gli anni sono solo dei momenti”.

Avevo una bella auto quando uscì Camper. Ma non montai l’autoradio, in autostrada correvo col walkman sulle orecchie e Camper, l’album dal vivo, lo consumai. Le musicassette erano a tempo, come lo sono i cd oggi: a un certo punto si rifiutavano di riavvolgersi e incasinavano il registratore. Incasinavano il registratore e la vita. Mi piacerebbe inserire nel frasario molto altro Vecchioni che per me varrebbe una via (in vita, ovvio) a Milano, magari al posto di monarca che sarebbe meglio dimenticare. Limito la scelta a quello che è successo a me, e spero a molti altri come me: “Io quando ho amato, ho amato dentro agli occhi suoi”. Perché “luci a San Siro non ne accenderanno più”.

Ma l’opera omnia del canzonettiere italiano è talmente vasta che nello stomaco inacidito dai caffè, ne inserisco un altro mezzo milione. Sulla mia parete di cartone ho voglia di inserire le stoviglie color nostalgia di Guccini, che di Vecchioni n’è grande amico. E sempre dal maestrone di Pavana mi prendo “in via dei Giudei volavan via velieri, come in un porto canale”, “non so che viso avesse”, “mi dice cento volte tra la rete dei giardini, di una sua gatta morta, di una lite coi vicini”. Gli salterei in braccio quando inizia Canzone per Piero, o racconta quel “non andare vai, non restare stai, non parlare, parlami di te”. Consueto, come l’amore.

Cerco di correre in un campo libero, e allora mi prendo tutto l’amore di Battisti e Mogol, escludo le bionde trecce, ma “seguo con gli occhi un airone, sopra al fiume”, mi innamoro e ricopro di rancori Francesca, appendo alla mia memoria il “carretto passava e quell’uomo gridava gelati”, “al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti”.

Ma è tutta una questione di umori. Ci sono frasi di Sergio Endrigo che mi logorano da una vita: “La festa appena cominciata, è già finita”, buona oggi, pessima domani. L’avvenire di Jannacci, “un buco nero in fondo al tram”, “io sono quello col vino, lui è quello senza motorino”, Rogoredo prima che arrivassero i palazzi di vetro, via Canonica, sempre a Milano, oggi Chinatown, all’epoca le sale cinematografiche di Veronica. E soprattutto, visto che Jannacci ha migliorato non poco il colore dei miei occhi, Sunt chi, che non traduco perché non lo saprei fare, ma basta chiedere a Google, per chi fosse interessato. C’è De André, da Rimini a Creuza de ma. E gli amori di Fossati, quello adulto della Costruzione di un amore e quello più giovane, Il Bacio sulla bocca.

Siccome questo post rischia di non avere né capo né coda, concludo: no, professor Vecchioni. Mi dispiace, ma nonostante tutta la nostalgia mi prendo gli schiaffi che mi ha dato Bob Dylan. Blonde on Blonde, dall’inizio alla fine, compreso l’inserimento di I want you. Mi prendo le risposte che soffiano nel vento, quel non lavorerò più nella fattoria di Maggie. Riavvolgo il nastro e ascolto la rabbia di Hurricane e Busso alle porte del paradiso. Tifo per lui, per il coraggio di cambiare. Per All along the Watchtower, magari con un assolo di Hendrix e uno di Eric Clapton, mi lasci la mia America. Che è quella dell’opera omnia di Dylan.

La ringrazio di tutto, professore. Ma tiferò per il suo omonimo. Anche se non credo più nel premio Nobel ormai dai tempi in cui venne assegnato quello per la pace a Sadat.

p.s.: Il frasario delle canzonette è sterminato, ognuno ha la sua. E visto che questo post non merita commenti, continuate con le vostre di frasi.

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