“Ho sempre avuto un’allergia per il catrame, per il bitume e per i suoi derivati. Non ho mai sopportato chi asfalta le strade, il loro odore, la loro psiche, il loro stile di vita che definisco becero. Eppure io mi sono innamorato di te, zitellaccia acida, bitumatrice di strade a Calderara di Reno”, così recitano i versi della canzone d’amore BITUME* contenuta nell’album CORPI ESTRANEI, da me composta  e musicata come sempre dai NEW HYRONJA nel lontano 1999.
 
Il brano lo potete trovare in rete e ascoltare nel vostro I-Rullocompressore mentre andate a lavorare su Facebook o mentre fate footing in mezzo ai viali. Noterete sin da subito la mia interpretazione canora che altro non è che un omaggio a Giovanni Lindo Ferretti che all’epoca celebrava le sue omelie nella parrocchia dei CSI. A me Ferretti è sempre piaciuto anche quando faceva il prete nei CCCP e continua a piacermi nel suo percorso di carriera da skivatore di fresa, come del resto continua a piacermi Piero Pelù omaggiato a sua volta nella canzone PACCIANI E’ UN’BRAV’UOMO** e oggi protagonista su Facebook con un’umarellica esternazione in stile UNA FIRENZE PEGGIORE E’ POSSIBILE. Bersaglio: Matteo Renzi, puntinato leader anni novanta della parrocchia dei patatini, reo di aver promesso future  colate di asfalto sul partito alleato anni novanta di proprietà dell’uomo dal cuoio ex-capelluto pluriasfaltato.
«Siccome so che non asfalterai niente e nessuno,  allora come cittadino\contribuente di Firenze ti chiedo se, finito questo mondiale di ciclismo, sarai in grado di asfaltare (o lastricare) le migliaia di pericolosissime buche che ci sono nelle strade della mia amata città. Grazie dell’attenzione».
Ah, che bello quando si parla di asfalto. Ci si gonfia il cuore. Gli animi si scaldano, come l’asfalto d’estate. L’asfalto, tematica da sempre importantissima, come del resto lo è l’osservazione inerme dei lavori stradali da parte del popolo dal DNA umarellico: noi. Loro ad asfaltare, noi con le mani dietro la schiena a guardare, commentare, criticare e #ilgiornodopononsuccedemaiuncazzo
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