Lunedì 16 settembre riparte ‘L’aria che tira’, il programma di approfondimento politico-economico condotto da Myrta Merlino, nella fascia del daytime di La7, dopo ‘Omnibus mattina’ e ‘Coffee break’. Tra le novità di quest’anno c’è un prolungamento della trasmissione che andrà in onda tutti i giorni dalle 11.00 del mattino fino alle 13.30, facendo da traino al TgLa7. Un’ora in più di dibattiti sull’attualità, ma sopratutto puntando i riflettori sulle ripercussioni economiche delle decisioni politiche. “Il nostro sarà un talk show alla Ballarò che va a mezzogiorno, con ospiti di rilievo, collegamenti e storie raccontate in studio, però facendo attenzione a raccontare gli eventi in maniera concreta e semplice – spiega ai microfoni de ilfattoquotidiano.it la giornalista Myrta Merlino – non potrò non raccontare della decadenza di Berlusconi, ma lo faremo cercando di capire cosa questo comporta nelle vite degli italiani, sul fronte dell’Imu, tasse, dell’imprese che aspettano i crediti dalla pubblica amministrazione”. La concorrenza quest’anno tra i programmi d’informazione è spietata. Lo share non ha premiato gli esordi di nuove trasmissioni e di programmi ben collaudati come Matrix (Canale5) e Piazzapulita (La7). “E’ in dubbio che c’è un’overdose d’informazione e questo comporta una frammentazione dello share – è la constatazione della Merlino -, ma ogni spazio informativo in più è un buon segno, ci sono punti di vista diversi e ognuno racconta la realtà con una propria sensibilità che rende la tv più ricca”. C’è anche il rischio che i talk show fra loro si assomiglino sempre di più. “In questi giorni ho visto la Santanchè dovunque – afferma la conduttrice – io capisco l’esigenza degli ascolti, ma bisogna cercare chiavi e volti nuovi, noi proveremo a invitare giovani giornalisti, parlamentari e blogger fuori dal solito giro ben collaudato”. Meno spettacolo e più attenzione ai temi concreti è questa la ricetta per la Merlino anche se ammette: “Noi l’anno scorso abbiamo avuto dei picchi di ascolto quando Scanzi ha litigato con la Mussolini, quando c’erano Berlusconi e Alemanno in studio, l’elemento spettacolare funziona, ma lo sforzo sara quello di fare una televisione poco urlata, fermiamoci a riflettere sui dati, sulle tabelle per far capire bene al pubblico quello di cui stiamo parlando” di Irene Buscemi

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