Le sentenze devono essere subite, non è detto che vanno rispettate o accettate. Non dev’essere la giustizia a determinare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato“. E’ la “bislacca” dichiarazione pronunciata, nel corso del programma “Otto e mezzo”, su La7, da Alessandro Sallusti, che si rende protagonista di un vivace duello con Andrea Scanzi. Ed è proprio il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” a replicare, sbigottito: “Ah no? Se non è la giustizia, chi lo decide? Ma è la legge Barabba questa“. Il direttore de “Il Giornale” insiste: “La storia della giustizia, soprattutto italiana, è piena di sentenze ingiuste. Io nel mio piccolo ho subito una sentenza ingiusta, tanto è vero che il presidente Napolitano ha riconosciuto che era ingiusta“. E aggiunge, mentre Scanzi sorride e scrolla la testa: “Nel caso di Berlusconi, si tratta di una vicenda piena di ombre e di anomalie. La giustizia va solo subita, le sentenze non vanno rispettate come il Vangelo”. Sallusti poi snocciola suoi esempi per suffragare la propria originale tesi: “La giustizia è fatta da uomini, non da dei. Anche Ingroia esercitava la giustizia“. E non manca di attaccare il giudice Esposito: “Io ho documentato con prove testimoniali che Esposito dava dei giudizi politici e personali su Berlusconi”. “Sì, è stato documentato nei tuoi sogni e nella tua testa” – replica Scanzi – “In effetti, ci sono testimoni secondo cui Berlusconi è stato per anni l’ideatore di una frode fiscale gigantesca”. “Il tuo giornale è l’organo di stampa di Ingroia, della magistratura, di Esposito“, accusa il direttore de “Il Giornale”. “Ti ringrazio a nome di tutta la redazione, ce ne faremo un vanto”, controbatte ironicamente Scanzi. “Ma anche io sono orgogliosissimo di difendere Berlusconi” – dichiara Sallusti, che nei suoi interventi ammonisce: “La sinistra non deve fare da servo sciocco o da braccio armato della magistratura rossa che crea il problema politico. Berlusconi finirà nel giorno in cui gli Italiani smetteranno di votarlo. Del resto, anche Grillo è un pregiudicato“. Nel finale, il timoniere de “Il Giornale” ha un nuovo faccia a faccia con Scanzi, quando si affronta l’argomento della pena a cui sarà destinato il Cavaliere. “Non credo che Berlusconi chiederà l’affidamento ai servizi sociali. Io personalmente e pubblicamente gliel’ho sconsigliato”. E precisa: “Ha un onore da difendere. Gli arresti domiciliari sarebbero una soluzione più dignitosa“. Pronta l’osservazione di Scanzi: “L’onorevole Santanchè aveva assicurato che Berlusconi sarebbe andato in carcere. E tu conosci bene Daniela Santanchè. Non manteniamo neanche questa promessa?”. Sallusti, in visibile imbarazzo, alterna attimi di silenzio a balbettii impacciati. “Andare in carcere non è una scelta, purtroppo, e io ne so qualcosa” – replica – “Credo che non sia possibile che Berlusconi finisca in carcere. Non per sua volontà ma perché è impossibile mandarlo in carcere”. Ma il giornalista del Fatto con un sorriso sardonico insiste: “Sì, ma sai che ci sono possibilità di andarci, come è successo a Tanzi. Tu confermi che sarebbe l’ipotesi preferita di Berlusconi “per dignità”?”. Tentennando, Sallusti risponde: “Beh, io non lo so, perché parliamo di fatti personali. Io credo che se uno sia condannato al carcere, ehm…può andare al carcere. Molti grandi della storia sono stati in carcere. Le carceri sono piene di grandi della storiadi Gisella Ruccia

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