Che Bankia navighi in cattive acque non è di certo una novità: l’istituto di credito spagnolo, che è stato salvato nel maggio 2012 con 24 miliardi di aiuti da parte del governo iberico, ha dovuto chiudere un terzo delle filiali e licenziare oltre il 30% dei suoi dipendenti. E la politica di tagli non ha risparmiato nemmeno la piccola isola dell’arcipelago delle Canarie, La Graciosa: 28 chilometri quadrati per 658 abitanti. Pochi residenti, ma un cospicuo flusso turistico che cresce di anno in anno. Nel comune principale di La Caleta de Sebo ci sono tutti i principali servizi: alberghi, ristoranti, supermercati, negozi di souvenir e anche una banca. Per più di 25 anni la Caja de Ahorro de Canarias ha servito i clienti residenti e di passaggio dal lunedì al venerdì. Da un anno a questa parte però, passata al mega-gruppo bancario nato dalla fusione di sette istituti di credito, la filiale apre solo due volte a settimana.

Negli altri giorni c’è uno sportello bancomat che, a detta degli abitanti, piuttosto che una soluzione è diventato il principale problema. Da quando è stata installata, infatti, la cassa automatica è in avaria la maggior parte del tempo. Fino a qualche settimana fa migliaia di turisti sono rimasti senza contanti, proprio perché il bancomat è rimasto fuori servizio per oltre dieci giorni. Adesso però il problema si complica. Non c’è più solo uno sportello automatico che funziona a singhiozzo a preoccupare gli abitanti. La Graciosa rischia di rimanere senza soldi per sempre. Anzi senza banca. Secondo il piano di riordino annuale, Bankia ha deciso di chiudere a ottobre 54 succursali nell’arcipelago delle Canarie: secondo i sindacati 40 nella provincia di Las Palmas e 13 in quella di Santa Cruz de Tenerife. Insomma otto comuni e oltre 200 mila abitanti privati dei servizi bancari. Poi c’è il caso estremo dell’unica filiale di La Graciosa.

I cittadini sono inquieti. La banca più vicina si trova più a sud, nell’isola di Lanzarote, a Haría. E per arrivarci bisogna fare 25 minuti di navigazione e poi, dal molo di Órzola, un tragitto in macchina fino al comune di Haría. Tragitto che, in occasione dei problemi allo sportello di La Caleta de Sebo, molti turisti e residenti hanno già sperimentato. L’umore è nero. Al punto che le proteste non si sono fatte attendere: giovedì 12 settembre, alle 11 del mattino, ci sarà una manifestazione di fronte alla succursale per reclamare una soluzione che possa coincidere con le necessità degli abitanti dell’isola. “Prima il governo ha preso i nostri soldi per tappare il buco finanziario di Bankia e adesso ci girano tutti le spalle”, spiegano arrabbiati dalla piattaforma La Graciosa.

Da Lanzarote c’è chi studia la possibilità di interagire con Bankia, o con qualche istituzione dello Stato, per aiutare la piccola isola, così come ha dichiarato il vicepresidente di Lanzarote Joacquín Caraballo: “Il caso de La Graciosa è singolare, non solo per il disagio che la banca causerebbe agli abitanti, ma anche ai tanti turisti che visitano l’isola e che molte volte hanno bisogno di un’assistenza bancaria”. Per il vicepresidente di Lanzarote, “non è pensabile che gli oltre 600 abitanti dell’isola e i circa 4mila turisti che la visitano in estate vengano lasciati senza servizi bancari. A maggior ragione quando si tratta di un istituto di credito che è stato salvato con i soldi di noi tutti cittadini”.

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