Varianza è un termine che i pokeristi hanno preso in prestito dalla statistica e che indica lo scostamento medio dal risultato atteso. Tradotto in parole povere se lanciamo in aria una monetina puntando su testa e vinciamo più del 50% delle volte siamo in varianza positiva, viceversa negativa.

Il concetto si adatta facilmente al poker ma pensandoci bene si può applicare anche alla vita reale, agli eventi che capitano e alle scelte che prendiamo. Ci sono periodi in cui tutto sembra filare liscio e altri in cui va tutto storto, tanto che a volte mi chiedo in che percentuale siamo padroni del nostro destino e in quale dominati dal caso.

Probabilmente c’è una spiegazione razionale a queste serie di eventi dall’esito polarizzato eppure spesso ho la sensazione che qualcosa ci sfugga e che non sia sempre così vero che nel lungo periodo la monetina cada esattamente metà delle volte da un parte e metà dall’altra.

Certo, più lanci faremo più ci avvicineremo a quella condizione e molti giocatori professionisti concordano sul fatto che giocare 100.000 mani sia sufficiente ad abbattere la varianza del poker ma la domanda è: quante vite andrebbero vissute per abbattere la varianza della vita?

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