Sono madri, mogli, giovani laureate. Sono donne, dai 18 anni in su. Sono donne, tutte “straordinariamente normali”. Sono loro le destinatarie della seconda edizione del concorso ‘Women like you promosso dal colosso della gioielleria danese Pandora.

Un concorso che non premia la bellezza e la forma fisica, quanto piuttosto la meritocrazia femminile. Con un premio finale di 15mila euro, che sarà assegnato alla vincitrice di ognuna delle tre categorie proposte: donne per l’impresa, progetti editoriali capaci di generare profitti per il territorio; donne per il sociale, dedicato a progetti culturali o sociali senza scopo di lucro e donne under 30, sezione dedicata alle più giovani.

La scorsa edizione è stata vinta da Sabrina Bonaventura, psicologa, 42 anni, che ha realizzato una terrazza per l’hospice di Grottaferrata (provincia di Roma) dove lavora. Lo spazio, dedicato ai malati terminali del reparto di oncologia verrà inaugurato a fine settembre. 

I criteri di selezione non seguono dictat ferrei, ma cercano in primis l’originalità dell’idea, seguita dal vissuto della persona. Sono donne che si reinventano cercando la forza per trasformare qualcosa di doloroso della propria vita in energia positiva. Sabrina, per esempio, a seguito della morte del padre, avvenuta per cancro proprio in quei corridoi dove sta prendendo forma la sua terrazza terapeutica, ha lasciato il lavoro per iscriversi alla facoltà di psicologia, laureandosi con il massimo dei voti. A 40 anni.

Sono storie di donne di ogni età, che spesso lasciano tutto per inseguire una passione e mettersi in gioco. La prima edizione ha raccolto 600 storie: c’era Silvia, con il progetto di un’associazione per aiutare gli anziani soli che non possono uscire di casa; oppure Debora, che avrebbe incrementato il suo portale dedicato alle neo mamme ottimizzandolo per smartphone e tablet e realizzando ebook su maternità e l’adozione; o Nicoletta e la sua associazione culturale per eventi non convenzionali, che avrebbe impiegato la vincita nell’acquisto di un furgone per realizzare mostre itineranti.

Quest’anno, nei mesi di giugno, luglio e agosto sono pervenute più di 1300 storie. Le proposte sono le più svariate, ma il minimo comune denominatore è uno solo: “talento e determinazione femminili” ai quali non viene data la possibilità di emergere. Per questo motivo, quest’anno è stata aggiunta un’ulteriore sezione, quella delle under 30, alla quale verrà dedicata maggiore attenzione per cercare di dare ai loro progetti il massimo della visibilità. Le storie delle ragazze che, al 17 giugno 2013 ancora non sono entrate nella decade degli ‘enta’, sono sempre più numerose. Sono tantissime e sono molto preparate. Propongono progetti ben studiati, dimostrano doti manageriali e un’ottima preparazione accademica. C’è una gran voglia di fare, non tutte vogliono o hanno la possibilità di fuggire all’estero. Il problema è che nessuno dà loro voce”. La valutazione avviene su quello che le donne sono realmente, su ciò che emerge dai loro racconti. Le iscrizioni al concorso, infatti, devono pervenire senza foto. E scusate, se nell’epoca della dittatura delle immagini, è poco. 

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