Ghuta, est di Damasco. Nelle prime ore del 21 agosto, un numero ancora imprecisato di civili, tra cui molti bambini, muore nel sonno. Secondo fonti dell’opposizione, l’area è stata bombardata col gas nervino. Il governo siriano nega, ribaltando le responsabilità sui gruppi armati. 

Lasciamo stare per il momento i filmati che circolano in rete. Amnesty International li sta mostrando a medici e altri esperti per verificarne l’autenticità. L’organizzazione per i diritti umani è in contatto con persone di sua fiducia all’interno della Siria per ricostruire esattamente cos’è accaduto a Ghuta. 

Ci sono le testimonianze oculari, come quella di Razan Zeitune, avvocata per i diritti umani, che riferisce di interminabili file di corpi allineati, di intere famiglie passate direttamente dal letto di casa a una fossa comune, dell’atroce paradosso di una morte che coglie un bambino sereno mentre dorme nella sua culla.

Ci sono i dati forniti da tre ospedali del governatorato di Damasco con cui Medici senza frontiere ha instaurato un rapporto di fiducia. Qui, la mattina del 21 agosto, in meno di tre ore, sono arrivati circa 3600 pazienti con sintomi neurotossici, quali convulsioni, eccesso di salivazione, pupille ristrette, visione offuscata e difficoltà respiratorie: 355 ricoverati sono poi deceduti. Prudentemente, l’organizzazione afferma di non poter confermare scientificamente quella che però appare in tutta evidenza una “esposizione di massa a un agente neurotossico”.

Allora, sappiamo cosa è successo. Ma chi è stato a commettere questo crimine di guerra?

Oggi, a quanto pare, gli ispettori delle Nazioni Unite giunti in Siria una settimana fa proprio per indagare sulle denunce di uso di armi chimiche a Khan el Assal, nella zona settentrionale del paese, potranno visitare la zona di Ghuta. Ieri hanno avuto il permesso dalle autorità siriane, che pur essendosi sempre dichiarate estranee al massacro si sono prese cinque giorni di tempo.

Perché questo ritardo? Ci sarà ancora qualche prova non deteriorata da esaminare? Sarà un’ispezione credibile?

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