I proventi dell’asta di beneficenza organizzata dalla Ferrari per i familiari delle vittime del terremoto dell’Emilia “arriveranno a settembre”. A renderlo noto è Stefano Lai, direttore comunicazione del colosso di Maranello, che al fattoquotidiano.it ha spiegato qual è stato l’iter necessario a sbloccare i fondi raccolti a giugno dell’anno scorso dal Cavallino, per “aiutare”, come disse Luca Cordero di Montezemolo, “le famiglie” di coloro che persero la vita a causa dei terremoti del 20 e del 29 maggio 2012: 1,8 milioni di euro, nello specifico, provenienti dalla vendita, tramite un’asta online, di prodotti Ferrari, tra cui caschi, guanti e sotto-tute da gara autografati di Fernando Alonso e Felipe Massa, il muso della F60, la tuta da gara di Giancarlo Fisichella e, soprattutto, una 599XX Evo: una berlina sportiva da pista battuta a 1 milione e 475mila euro.

“Conclusa l’asta di beneficenza online e raccolti i fondi – spiega Lai – per prima cosa abbiamo dovuto attendere che fossero effettuate tutte le opportune verifiche sulle offerte che abbiamo ricevuto. Successivamente, trattandosi di una società che fa parte di gruppo quotato in Borsa, abbiamo chiesto l’approvazione relativa all’erogazione dei fondi al consiglio d’amministrazione, un atto formale e dovuto, che ovviamente è stata concessa immediatamente”. Reperita la lista ufficiale delle vittime del terremoto, “processo che ha richiesto un po’ di tempo – continua Lai – abbiamo coinvolto una Ong, ActionAid, per garantire la massima trasparenza nel trattamento del denaro da donare: e sarà proprio ActionAid che a settembre devolverà a ciascuna delle famiglie delle vittime dei terremoti di maggio 2012 la propria quota dei fondi raccolti”. Insomma, chiarisce la Ferrari, “c’è voluto un po’ di tempo ma tra qualche settimana ogni famiglia riceverà la propria quota”.

Una buona notizia per chi quindici mesi fa si è visto strappare via i propri cari dalla furia della terra. Perché troppo spesso, spiega Bruno Cavicchi, papà di Nicola, che a 35 anni è rimasto schiacciato sotto le macerie della fabbrica in cui lavorava, le Ceramiche Sant’Agostino, “le famiglie ricevono solo promesse: e non solo le nostre, distrutte dal dolore. Tutte le famiglie dell’Emilia, che ancora oggi, a più di un anno da quei terribili terremoti, sono senza casa o senza lavoro e ancora aspettano le risorse per ricostruire”.

“Ovviamente nulla ci restituirà ciò che abbiamo perso”, spiega Bruno, “ma ci sentiamo così dimenticati, così presi in giro dalle istituzioni che ci governano, dallo Stato soprattutto”, che ogni “gesto” conta. Ed è per quello, per sconfiggere quel senso “di isolamento e di abbandono” che oggi Cavicchi, 74 anni, sta lottando: “In ricordo di Nicola” e a sostegno di chi perde i propri cari a causa di un incidente sul lavoro. Tra i progetti c’è quello di aprire un’associazione per i familiari delle vittime di incidenti mortali sul lavoro: “Se lo Stato non ci aiuta perché ascolta la gente solo in campagna elettorale, se i politici vogliono continuare a essere solo mercanti di parole, capaci di formulare promesse che puntualmente non vengono onorate, allora dobbiamo farci forza – spiega – dobbiamo aiutarci a vicenda”.

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