Un’arena vale l’altra? Non proprio. Ogni anfiteatro romano sparso per l’Europa ha caratteristiche particolari. Eppure per l’agenzia che ha redatto la pubblicazione promozionale “Welcome to Verona”, che i turisti possono trovare negli alberghi e nei negozi con tutte le informazioni utili sulla città, le arene sono tutte uguali. Almeno quella di Verona e quella di Nimes, visto che alle pagine 14 e 15 della rivista patinata e a colori, dietro alla scritta “Benvenuti a Verona” s’innalza maestosa l’arena della città francese.

Un errore, una gaffe. Anche se non serve certo l’occhio di uno storico per rendersi conto che l’anfiteatro non è quello veronese. Il contesto che circonda il monumento non è quello di piazza Brà. Gli edifici non coincidono. Manca il vallo, la pavimentazione è diversa e i dettagli architettonici non combaciano con la realtà. Almeno quella che la rivista vuole far credere di promuovere. E poi, a fugare ogni dubbio, ecco una scritta in francese fare bella mostra di sé sulla cancellata dell’anfiteatro e un’insegna “brasserie” che nulla ha a che fare con Verona. Perché non c’è. Ma c’è a Nimes, città del sud della Francia che può vantare uno splendido anfiteatro romano, simile a quello veronese, quasi contemporaneo, ma diverso e, soprattutto, distante centinaia di chilometri dal gemello veneto. Vero che le due città sono per l’appunto gemellate da molti anni, proprio nel nome delle due arene, ma questo non basta a giustificare chi ha scambiato i due monumenti.

Per fortuna, almeno ufficialmente, nemmeno un euro pubblico è andato a finanziare la rivista di 150 pagine stampata in 12500 copie, che è sostenuta economicamente dagli inserzionisti. In particolare alberghi, negozi, farmacie e altri esercizi commerciali scaligeri. Ma la gaffe rimane e i veronesi ci sono rimasti molto male. Così come male ci sono rimasti i due amministratori pubblici – il presidente della Provincia di Verona Giovanni Miozzi e l’assessore provinciale al Turismo Ruggero Pozzani – che su quella rivista hanno pubblicato un intervento a testa per elogiare le bellezze di Verona. E questo fatto dà, indiscutibilmente, una ufficialità, seppure indiretta, alla pubblicazione. Il responsabile del Turismo si è difeso dicendo sono molte le lettere scritte dall’assessorato, simili a quella uscita su “Welcome to Verona”. Così tante che non possono essere controllate tutte. Una giustificazione un po’ debole visto che prima di autorizzare la pubblicazione sarebbe utile accertarsi almeno della qualità “storica” della rivista.

Sì, perché se quello dello scambio di arene è l’errore più grossolano, all’interno del volume non mancano altri “sbagli”. Ad esempio nella piantina, dove insieme alle indicazioni su dove trovare alcuni esercizi commerciali della città, compaiono anche informazioni sui principali monumenti. Al punto 121 troviamo la scritta “arena e anfiteatro”, come se si trattasse di due cose distinte. E le imprecisioni proseguono dirigendosi verso piazza delle Erbe dove tra le case Mazzanti, la Domus Mercatorum e la colonna con il leone di San Marco si trova la fontana della Madonna Verona, risalente al 1368 ma, secondo la rivista “impreziosita da una statua romana conosciuta come la Berlina”. Berlina e Madonna Verona, però, sono due monumenti diversi e non riconducibili al periodo romano. L’editore è corso ai ripari e ha fatto sapere a inserzionisti e amministratori pubblici che provvederà al ritiro delle copie con gli errori effettuando una ristampa della rivista.

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