“Mastica e sputa , da una parte il miele, mastica e sputa, dall’altra la cera …”. Non sono sicura di che cosa volesse dire Fabrizio De Andrè con questa espressione della bellissima canzone ‘Ho visto Nina volare’.

Non ho fatto ricerche esegetiche, eppure mi è risuonata spesso in mente, con quella traccia vaga, quel gusto che lascia certa musica, certa poesia. “Mastica e sputa da una parte il miele, mastica e sputa, dall’altra la cera…”. Mi è tornata alla memoria tante volte con i bambini. Come se il compito dei genitori, il lavoro più difficile fosse proprio questo masticare la vita e distillare per loro qualcosa di buono, di bello. Macinare le asprezze, le fatiche, le paure e restituire ai nostri bambini solo il sapore buono del vivere.  Com ‘è difficile. Ci si incaglia, si incespica: mille lacci ci avviluppano e ci rendono il vivere faticoso, trascinato.

Siamo impeccabili nel provvedere a tutto quello che di materiale serve ai nostri figli. Non ci sogneremmo mai di far saltare loro un pasto. Tutto è sempre apparecchiato, stirato, pulito. Però non sempre siamo capaci di fare percepire loro la bellezza più profonda, l’amore grande che ci lega e ci avvolge tutti insieme. Non ci è sempre altrettanto facile governare noi stessi per contenere la nostra stanchezza, la nostra rabbia, la nostra paura e non permettere che, come cera fusa, si infili ovunque a imprigionare i nostri rapporti, a rendere asfittica l’aria delle nostre case.

Eppure i bambini ci scrutano, ci spiano, sono ansiosi di vedere se ciò che emana da noi è nettare dolce o cera che soffoca. Ci affanniamo a confezionare un pacchetto perfetto e senza pieghe, ma qualche volta dimentichiamo di mettere all’interno il regalo. Il senso pieno, la bellezza.

Ma cosa se ne faranno i nostri ragazzi della camicia inamidata se non sapranno dare al vivere un senso più grande, un gusto?
“Luce luce lontana che si accende e si spegne quale sarà la mano che illumina le stelle. Mastica e sputa prima che venga neve”.

 Il Fatto Quotidiano del Lunedì, 12 Agosto 2013

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