Ciclabile di Via Gelmini, nuova, ultimata pochi anni fa, con a fianco un bel pioppeto ombreggiante: peccato che gli alberi crescono e con essi le radici, che hanno alzato e spaccato la sede della ciclabile. Ora è inagibile, da mesi, e non si sa quando verrà ripristinata. Nelle vicinanze, il nuovo parcheggio scambiatore con la fermata e capolinea delle linee 7 e 9, fra le principali della città, attorniate da colonnine ricarica di inesistenti auto elettriche. Peccato che nessuno ha pensato di mettere una panchina da poche centinaia di euro sotto le pensiline a forma di foglia costate 600000 euro.

Ciclabile della crocetta, zona San Cataldo, verso via Capitani, nuova, opera compensativa del tratto di ferrovia storica  in corso di spostamento nell’ambito della TAV. nell’estate 2012, dopo la siccità e il caldo, si aprono vistose e pericolose crepe orizzontali, ciclabile inagibile e riparata a spese della collettività.

Sottopasso ciclabile sotto la TAV al confine fra Campogalliano e Modena, più  volte allagato, ad ogni pioggia, complice cattiva progettazione e intasamento caditoie da foglie e sporcizia varia, non ben (o per nulla) pulite.

Ciclabile Secchia, il percorso natura in zona Sassuolo frana nel fiume a seguito dell’erosione e delle numerose piene, ufficialmente chiuso ma con un percorso alternativo fra il traffico e i camion, mal indicato.  

Ciclabile Secchia percorso natura, in zona Sozzigalli lo scorso anno a lungo chiuso per lavori di rafforzamento dell’argine

Ponte della Barchetta fra Campogalliano e Modena, zona tre Olmi, spesso chiuso per le piene del Secchia che allaga la ciclabile in lato Modena e ora con segnalazione “biciclette a mano”, forse per le assi di legno logorate e che, essendo in orizzontale, creano problemi alle bici con gomme strette.

Ponte sulla rotatoria della Via Emilia est, come un piccolo “ponte sullo stretto”, costato milioni di euro ma senza adeguati collegamenti una volta valicata, a fatica per forte pendenza, la tangenziale.

Infine, di questi  giorni, la ciclabile di  ponte alto, lungo l’argine del Secchia “chiusa per manutenzione” per la staccionata che cade pericolosamente a pezzi, con la riparazione prevista, genericamente, “nei prossimi mesi”. Qui val la pena ricordare che non è una novità, già subito dopo la costruzione cadeva a pezzi. Peraltro, anche nel bel Percorso ciclabile Modena-Vignola la staccionata cade a pezzi; vedremo quanto dura l’analoga staccionata della nuova costosa ciclabile dei tre Olmi.

A questo link trovate una rassegna fotografica delle ciclabili modenesi che cadano a pezzi. Se ve ne vengono in mente altre, anche in altre città, ogni segnalazione nei commenti è benvenuta.

Nel frattempo, meditiamo se questo è promuovere la mobilità sostenibile o far diventare “piccole grandi opere” anche le pur necessarie piste ciclabili. Spesso per mettere in sicurezza un percorso ciclabile o ciclopedonale basterebbe tirare una riga con un pennello o poco più, ma inspiegabilmente in vari tratti dove si potrebbe facilmente fare, vedi Madonnina, Via Giardini, via Emilia Est, non si fa preferendo attendere corposi finanziamenti per opere che poi come si vede spesso cadono a pezzi.

Per promuovere la mobilità sostenibile non basta far bei percorsi da scampagnata, mal segnalati e che poi cadono a pezzi, ricordiamo che per far scorrere l’acqua serve una rete ben fatta e collegata e che pezzi di tubi d’acqua qua e la non costituiscono un acquedotto. Vale altrettanto per la mobilità sostenibile.

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