Ad entrare nel nuovissimo sito web dell’assessore Francesca Maletti, probabile candidato del centrosinistra a Modena per le amministrative del 2014, a far da cornice ci sono la Ghirlandina e il supermercato Portobello dove non esiste la cassa all’uscita, ma manca qualsiasi traccia del partito al quale appartiene, il Pd.

Nessun simbolo, nemmeno un marchio: Partito Democratico non pervenuto fino all’ultima riga di una ricca biografia tutta dedicata ai servizi sociali tra Acli, volontariato e associazionismo cattolico che per Maletti sono pane quotidiano anche in giunta Pighi. “Normale”, spiega al fattoquotidiano.it, “mi sono iscritta al Pd nel 2007 e nel mio curriculum appare oggettivamente per ultimo. La mia storia non viene dai partiti”.

Parole che risuonano minacciose nelle stanze dei democratici modenesi che fino a poco tempo fa per la candidatura a primo cittadino avevano puntato sul segretario regionale Stefano Bonaccini, su cui però pende la richiesta di rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e turbativa d’asta, in relazione all’inchiesta sulla gestione del chiosco al parco Ferrari, che a settembre 2013 vedrà forse la sua conclusione.

“Non dimentichiamoci che il Pd è nato dalla fusione di due partiti”, aggiunge Maletti, “e io mi rifaccio al discorso del Lingotto di Veltroni: da quel giorno nel partito molte cose sono cambiate”. Classe ’66, dal 2004 al 2009 assessore alle Politiche sociali, per la casa e per l’integrazione del Comune di Modena, incarico bissato nel 2009 cambiando delega (alle Politiche sociali, sanitarie ed abitative), la futura candidata che smuove le acque in casa Pd è una renziana di ferro: “Matteo è la spinta migliore per rappresentare un nuovo rapporto tra politica e cittadini. L’ho votato a novembre e vorrei che l’entusiasmo di quei giorni rifiorisse”.

In una città dove l’urbanizzazione e relativa cementificazione non pare aver avuto freni, Maletti punta sui temi ambientali, – smarcandosi ultimamente dal Pd -, e sul non arretramento rispetto alla qualità dei servizi sociali: “Tre le priorità per una nuova Modena: un rapporto diverso tra politica e cittadini, una rete locale per salvare i giovani dalla disoccupazione, un brand Modena per valorizzare le nostre eccellenze imprenditoriali e culturali”.

L’assessore ha partecipato a diversi incontri negli ultimi due mesi e ha raccolto il tutto esaurito con un consenso, e presenze fisiche, trasversali. Così se si parte dal plauso raccolto in casa Pdl con Giovanardi (“E’ cattolica e se avesse il coraggio di dire: mi presento candidato sindaco come indipendente, alla guida di una lista civica il Pdl potrebbe convergere”), a fare la coda per ascoltarla durante le ultime apparizioni è arrivato tutto il mondo modenese dei comitati ambientalisti ed ecologisti compresa Modenasaluteambiente degli ex grillini Ballestrazzi e Poppi: “Se fa una lista civica e mette in programma il consumo zero del territorio, la cancellazione della bretella Modena-Sassuolo e il no all’inceneritore cominciamo a discuterne”.

Di tutt’altro avviso i “vicini” di Sel che a Modena non sostengono la giunta Pighi: “E’ mai possibile che in questa città l’unico cambiamento politico debba arrivare da dentro il Pd?”, spiega al fattoquotidiano.it il coordinatore provinciale, Cristian Favarin, “Verso Sel non mancano i “ponti”, semmai mancano gli approdi. La nostra sfida è per un’alternativa forte rispetto al passato che passi dai contenuti non dai nomi”.

“E poi Maletti da assessore ha votato molte delibere e scelte amministrative che noi abbiamo combattuto”, aggiunge l’assessore regionale di Sel, Massimo Mezzetti, “la sua candidatura è marketing politico proprio come Renzi che un giorno strizza l’occhio a Berlusconi e l’altro no, parla solo di metodo e poi mai di contenuti. A breve a Modena dal Pd usciranno altri cinque, sei candidati. Nel caso poi ci siano le primarie, se le facciano da soli, noi non ci faremo triturare nel loro meccanismo. E se vincerà la Maletti ci confronteremo sui contenuti, ma fatico a vederci alleati con lei o magari con una lista civica votata anche da Giovanardi”.

“Negli ultimi mesi ho incontrato molti modenesi”, chiosa Maletti, “non persone che chiedevano posti (ride, n.d.r.). Più ho parlato coi giovani più i loro problemi erano trasversali, verso una migliore qualità della vita, dal prezzo del bus, al wi-fi, al lavoro, fino ai concerti in città. Ovvio che che se vogliamo un cambiamento per il futuro di Modena gli steccati classici dei partiti dovranno saltare”.

 

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