Un gruppo di miliziani legati ad al Qaeda avrebbe rapito un prete italiano in Siria, il gesuita Paolo Dall’Oglio, nella città di Raqqa, nell’est del Paese, controllata dalle forze ribelli. Dall’Oglio è conosciuto per essere contrario al regime di Damasco, tanto che fu espulso lo scorso anno. Secondo fonti dell’opposizione il gruppo si chiama Stato Islamico dell’Iraq e del Levante e avrebbe sequestrato il sacerdote mentre camminava per le strade di Raqqa. La Farnesina sta verificando la notizia. 

Padre Dall’Oglio è un gesuita di 59 anni di origini romane che per più di trent’anni ha promosso in Siria il dialogo islamo-cristiano. Fondatore della comunità monastica di San Mosè l’Abissino, per lungo tempo è stato a capo della comunità monastica di Mar Musa, a nord di Damasco. Fino al giugno del 2012, quando è stato espulso dalle autorità del regime dopo aver preso posizione a favore del piano di pace dell’allora inviato speciale Onu per la Siria, Kofi Annan. A febbraio era rientrato in Siria dal Kurdistan iracheno in un pellegrinaggio “del dolore e della testimonianza”, ma anche della solidarietà a “un intero popolo” attraverso città e villaggi sotto incessanti bombardamenti governativi, aveva raccontato in un’intervista telefonica all’Ansa“Sono qui per esprimere solidarietà a tutto il popolo siriano, dimenticato dall’irresponsabilità internazionale”, era stato il suo messaggio. E’ di appena qualche giorno l’appello lanciato a papa Francesco affinché il pontefice promuovesse “un’iniziativa diplomatica urgente e inclusiva per la Siria”.

Con padre Dall’Oglio, il gesuita italiano che sarebbe stato rapito in Siria da un gruppo jihadista filo-Al Qaida, l’ultimo contatto lo ha avuto via email venerdì 26 luglio, concordando i ritocchi conclusivi al libro in uscita il prossimo settembre. “Mi ha scritto: ‘Ora rientrerò in Siria. La settimana prossima il mio numero di telefono cambierà e ve lo darò, a Dio piacendo”, racconta all’Ansa Lorenzo Fazzini, direttore della bolognese Editrice Missionaria Italiana, che ha in bozze il nuovo libro di Dall’Oglio, “La collera e la luce. Un prete cattolico nella rivoluzione siriana”. “Negli ultimi tempi lo sentivo un giorno sì e uno no – spiega Fazzini – e ogni volta mi diceva dove si trovava. Lui, in particolare, vagava tra l’Iraq e il Kurdistan della Turchia, e ogni tanto faceva sortite anonime in Siria, dove aveva ancora contatti”. Nel Paese ora insanguinato dalla guerra civile, Dall’Oglio, fondatore del monastero Deir Mar Musa, a nord di Damasco, ci aveva vissuto 30 anni, prima dell’espulsione decretatagli l’anno scorso dal regime dopo aver preso posizione a favore del piano di pace dell’allora inviato speciale Onu per la Siria, Annan. E ora, schierato apertamente contro Assad, Dall’Oglio cercava di dare il suo contributo a una soluzione pacifica al conflitto. “Qualche tempo fa – racconta Fazzini – quando gli aveva detto di nostre difficoltà, aspetti quotidiani riguardanti il lavoro, mi aveva risposto col suo tono irruento: ‘Ma come, io sono qua a rischiare la pelle, a cercare di mettere d’accordo la gente, e voi vi fate tante fisime?’. Questo per dire del suo carattere: da una parte l’irruenza, dall’altra la piena consapevolezza del rischio”.

 Il libro ora in uscita in Italia, con storie della vita di Dall’Oglio e in particolare degli ultimi due anni, già pubblicato in Francia a maggio, sarà presentato al festival di Mantova il prossimo 5 settembre. “E speriamo proprio che padre Paolo ci sia”, auspica Fazzini. Il direttore della Emi racconta anche la “pignoleria” del sacerdote nel ritoccare fino all’ultimo il suo libro in bozze. “Nell’ultimo messaggio, a libro ormai chiuso – dice Fazzini – ci ha chiesto di correggere un dettaglio: di cambiare in tutto il volume il nome del presidente Assad, scrivendolo con una sola ‘s’, Asad, cosa che abbiamo subito fatto, venerdì stesso prima di chiudere per le ferie”. Poi, nella tarda serata di ieri, la notizie drammatica del rapimento, peraltro senza ancora conferme ufficiali. “Speriamo che non sia vero – aggiunge Fazzini -. Io aspetto solo di vedere sullo smartphone, prima possibile, un nuovo messaggio di padre Paolo”.

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