Gli appelli a difesa della Costituzione, pur con sfumature diverse, sono omogenei nei contenuti e negli obiettivi e sono promossi da persone che hanno lavorato insieme e continueranno a farlo. Penso ovviamente alla Costituente dei beni comuni e alla Convenzione per la democrazia costituzionale, iniziative che mi vedono coinvolto dalla fase fondativa.

Contenuti, obiettivi ed orizzonti comuni: la difesa della Costituzione non soltanto delle sue procedure, della sua architettura costituzionale, ma soprattutto dello Stato sociale, del principio di eguaglianza sostanziale, la grande novità da Weimar in poi nel panorama del costituzionalismo moderno.

Rendere chiaro a tutti che la deroga all’art. 138 non è questione di procedure!

Rendere tutto ciò accessibile come si fece nel 2006 girando l’Italia come forsennati e nel 2010-2011 con i referendum contro il saccheggio dei beni comuni.

Comunicare in maniera chiara e diretta che la deroga all’art. 138 Cost. è un attacco alla democrazia parlamentare, alla sovranità popolare, alla democrazia partecipativa, allo Stato sociale.

Trasferire conoscenze (sapere collettivo), demolire le élites del sapere…così si è vinto nel 2011.

Personalismi, protagonismi, primogeniture di personaggi anche sopravvalutati mediaticamente, hanno impedito che il progetto politico, culturale e sociale di proposta per la modifica dell’art. 81 Cost. andasse avanti. Un progetto che come sapete stava in una fase molto avanzata e che avrebbe richiesto la firma di 50.000 mila cittadini per presentarlo in parlamento.

Volevamo e vogliamo che si tolga il pareggio di bilancio dalla Costituzione e che si introduca la norma che almeno il 50% del bilancio dello Stato sia riservato allo Stato sociale.

Continuare la battaglia per un diritto pubblico europeo dell’economia che smascheri l’imbroglio che in Europa esiste soltanto il diritto della concorrenza.

Per questi motivi è necessario subito un fronte comune.

PERCHÉ NO

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