“Hai firmato con Ingroia un appello apparso sul Fatto per la salvaguardia della Costituzione? “: piú o meno con queste parole un vecchio amico, attuale parlamentare del Pd, mi ha apostrofato con “sincera indignazione”, come si usava dire nei nei tempi andati. Solo che, in quei tempi, la “sincera indignazione” era riservata a quanti manifestavano cedevolezze proprio sui temi chiave, quali la democrazia, la lotta alla P2, l’antifascismo, la questione morale,e , per l’appunto, la salvaguardia della Costituzione.

Ora chi ritiene “normale” allearsi con Berlusconi e con i suoi , tollerare le marce contro i tribunali, lasciare al suo posto Alfano, non far dimettere Calderoli, ritiene altrettanto “normale” cambiare l’articolo 138 della Costituzione e mettere mano ad una radicale riforma che, inevitabilmente non riguarderà solo il numero dei parlamentari e la funzione del Senato. Del resto se solo di questo si trattasse, perché cambiare la procedura, dal momento che, su questi punti, esiste una sostanziale unanimità.

In realtà non di questo si tratta, ma dello scambio tra presidenzialismo e legge elettorale, che, non a caso, sarà inserita dentro questo percorso. In altre parole si tratta di un reciproco ricatto, con l’obiettivo di assicurare comunque due anni di vita al governo. Per non parlare del conflitto di interessi, un tema letteralmente sparito dall’agenda a conferma della direzione di marcia che si ha intenzione di percorrere.

Dal momento che non ci piace il testo ed ancor meno il contesto, fatto di continui richiami alla emergenza, alla assenza di alternative, al fastidio per lo spirito critico, abbiamo deciso, insieme a Federico Orlando, presidente di articolo 21, non solo di aderire all’appello riportato dal Fatto, ma anche ad ogni iniziativa che si porrà l’obiettivo non solo di contestare il metodo, ma anche il merito, a cominciare dalle folle idea di un presidenzialismo a reti semiunificate e da una sostanziale riduzione della autonomia e della funzione dei poteri di controllo e della dialettica sociale.

Lo scorso 2 Giugno a Bologna, Libertà e Giustizia, aveva lanciato l’idea di mettere insieme quanti, nelle forze politiche, sociali, sindacali, associative, condividessero questi obiettivi e volessero dar vita da una sorta di “Confederazione dei valori”, capace di dire dei No, ma anche di indicare  una propria proposta di legge elettorale, di normativa sul conflitto di interessi, di rafforzamento dei controlli, di estensione delle forme di democrazia diretta e partecipata.

In queste ore, da più parti, si stanno moltiplicando appelli e raccolte di firme, adesso è necessario provare a coordinare tutte queste energie anteponendo l’interesse generale e il bene comune ad ogni spirito di parte, di sigla, di movimento, di associazione. Quello che non ci andava bene a luglio (e grazie a chi si è opposto strenuamente ad ogni colpo di mano) non potrà e non dovrà andarci bene neppure a settembre.

Prepariamoci ad animare” 100 piazze per la Costituzione”.

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