Cinema

Festival di Locarno 2013 contro la crisi: tra action comedy e cinema di frontiera

La manifestazione arriva alla 66esima edizione. Il direttore artistico Chatrian: "Fedeli alla tradizione, ma questo resta uno spazio d'incontro per film differenti per budget e stili". Intanto si cerca il rilancio con un nuovo palazzo da 32 milioni. E si avvicina il ritorno di Marco Muller

di Davide Turrini

Cinema di frontiera, da scoprire e ammirare nell’enorme schermo della Piazza Grande. Schiacciato tra le grandi kermesse di Cannes e Venezia, con la crisi che morde le calcagna, e un rilancio che passa attraverso il Palazzo del Cinema da 32 milioni di franchi, il Festival del Cinema di Locarno compie 66 anni (dal 7 al 17 agosto 2013) e fa di tutto per non dimostrarli. Partendo dal neodirettore artistico, il giovane torinese Carlo Chatrian (42 anni) – tra le tante collaborazioni diversi Festival dei Popoli e Alba Film Festival alle spalle – che presenta alla stampa la sua prima raccolta dopo mesi di semina. “Rimaniamo fedeli alla tradizione di Locarno – spiega Chatrian al fattoquotidiano.it – e allo stesso tempo proponiamo un festival di ‘frontiera’, declinando il concetto come spazio d’incontro tra film differenti tra loro in fatto di budget e impronta stilistica. Basti pensare che davanti alle 8mila poltroncine della Piazza Grande apriremo con Two Guns, l’action-comedy hollywoodiano con Denzel Washington e Mark Wahlberg e chiuderemo con Sur le chemin de l’ecole del francese Pascal Plisson, documentario incentrato sulla storia di quattro ragazzini impegnati in varie parti del mondo – Kenya, Marocco, l’India del Sud e Patagonia – a compiere il tragitto che li separa dalla scuola”.

Concorso e fuori concorso: tra qualità e mainstream
Venti le opere nel Concorso internazionale, di cui 18 in prima mondiale, che si contenderanno il Pardo D’Oro 2013, tra cui giovani autori già conosciuti e apprezzati nell’ambito festivaliero internazionale: una delle stelle della levata rumena, Corneliu Porumboiu con When Evening Falls on Bucharest or Metabolism; un estremista formale come lo spagnolo Albert Serra con Story of my death; l’atteso ritorno del francese Emmanuele Mouret che in Une autre vie fa recitare due star come Virginie Ledoyen e la francese “acquisita” Jasmine Trinca.

Senza dimenticare il concorso Cineasti del Presente che su 16 pellicole propone 14 opere prime, ospiti per gli amanti del cinema del passato (Christopher Lee, Anna Karina, Faye Dunaway), e omaggi cinefili come quelli a George Cukor, Werner Herzog e Douglas Trumbull (l’ideatore degli effetti speciali di Blade Runner e 2001) da far venire i lucciconi agli occhi: “Non credo che la forma festival abbia perso la sua forza originaria novecentesca – spiega Chatrian – a Locarno vengono ancora lanciati film che altrimenti non avrebbero un loro pubblico. E poi ogni sera gli spettatori partecipano al rito collettivo della proiezione in Piazza Grande, una forma sociale di condivisione dell’evento che non può fare concorrenza a supporti più pratici e frenetici con cui si vive il cinema oggi”.

Sul fronte delle produzioni italiane in Concorso ci sarà Sangue di Pippo Delbono e proiettato in Piazza Grande, fuori concorso, La variabile umana di Bruno Oliviero: “E’ una detective story con protagonista un grande Silvio Orlando. Un film che sa raccontare bene Milano e le persone che la abitano oggi, rinchiuso apparentemente negli schemi del cinema di genere ma con qualcosa in più nel disegnare uno sguardo particolare sull’idea di famiglia”.

Altro titolo importante, sempre proiettato in piazza, è L’experience Blocher del documentarista svizzero Stephane Bron: “Un racconto coraggioso su uno dei politici più discussi della Svizzera odierna”, sottolinea il direttore artistico Chatrian, “Quel Christoph Blocher che da posizioni centriste si è avvicinato alla destra estrema, diventando antieuropeista e xenofobo. Bron si chiede come è possibile filmare qualcuno con idee diverse dalle proprie senza farlo diventare una macchietta. E’ un film che parla dell’Europa di questi anni”.

Il possibile ritorno di Muller e il Palazzo del Cinema da 32 milioni di euro
E se l’incarico di Chatrian è a scadenza biennale, da poche settimane si è fatta insistente la voce che vuole Marco Muller di ritorno a Locarno, dove il suo estro di organizzatore di festival nacque nel 1992 per poi dirigersi verso altri lidi ben 8 anni dopo, nel 2000. Complice la difficoltà con cui si sta costruendo la prossima edizione del Festival di Roma, in questo momento le sezioni CinemaXXI e Prospettive Doc Italia potrebbero essere drasticamente ridimensionate se non addirittura cancellate, la nomina di Muller a “consulente d’eccezione” del palazzo del cinema di Locarno sembra essere il primo passo verso un ritorno del figliol prodigo in terra svizzera: “Iniziai a frequentare Locarno quando Muller lo organizzava – chiosa Chatrian – E’ un ottimo direttore di festival, per ora non siamo concorrenti ma colleghi”.

Tutto ruota attorno alla costruzione del Palazzo del Cinema entro l’edizione del festival 2015, con un costo che si aggira attorno ai 32 milioni di franchi. Il processo di avvicinamento alla scadenza è già iniziato, come riporta il Giornale del Ticino, proprio in questi giorni con l’esecutivo cittadino che ha sottoscritto il credito totale. All’appello sembrano già esserci 22 milioni su 32: “Sei milioni di franchi da Locarno, altrettanti da Palazzo delle Orsoline in Bellinzona (con apporto dalle risorse di due Dipartimenti), ben 10 dalla “Fondazione Stella Chiara” con sede in Comano (…) il resto giungerebbe da quanti operano nel comparto turistico e dalle municipalità di corona”. “Ci sono cambiamenti che potranno imprimere un vera svolta al futuro del Festival e aprire nuove opportunità – ha spiegato il direttore operativo del festival, Mario Timbal – In primis il progetto Palazzo del cinema, che assieme alla sala del Fevi e i suoi oltre 3mila posti, può dare grande solidità a una situazione strutturale, che attualmente è estremamente fragile ma potrebbe invece diventare un punto di forza per il Festival e per il Locarnese”.

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