La felice intuizione di Berlusconi in merito alla necessaria italianità della compagnia Alitalia è riassumibile nel racconto che mi appresto a farvi. Racconto che mi vede coinvolto in prima persona e che mi spinge a scriverne e, se avrò tempo e voglia, a recarmi dai carabinieri per farne una denuncia per “tentata truffa o per tutti i reati che la S.V.illma. vorrà intravvedere nei comportamenti sopra descritti”.

In soldoni il racconto è questo: viaggio spesso e come tutti i viaggiatori accumulo miglia che mi danno diritto a tratte gratis. In tutta la mia vita ne ho usufruito parecchi anni or sono solo una volta. Questo anno, dal momento che i punti hanno una scadenza, mi ero ripromesso di non perderli. Ragione per la quale mi sono iscritto al portale Alitalia (pomposamente chiamato sos miglia) attendendo la loro chiamata. Cosa che, sorprendentemente, mi è giunta a pochi giorni dalla iscrizione prendendo la forma di una graziosa voce femminile che da un numero palermitano mi chiedeva cosa avrei desiderato fare delle miglia accumulate. Risposi prontamente che mi sarebbe piaciuto andare a Sofia, unitamente alla mia compagna, in un qualsiasi week end di ottobre. Dopo attenta ricerca mi disse che aveva prenotato il Milano Sofia nella data del 25 ottobre con ritorno il 27. Mi snocciolò orari di partenza e di arrivo e, tra il lusco e il brusco, mi chiese se volevo pagare subito, posto che il biglietto era gratis, le tasse aeroportuali. Tergiversai perché mi sembrava complicato, fermo ad un semaforo, fare questa operazione tramite carta di credito. Per cui dissi che l’avrei pagato in un secondo momento. Chiesi se gentilmente mi poteva prenotare quel volo e, a risposta affermativa, mi feci dare numero di codice di prenotazione e costo complessivo delle tasse da pagare.

Risposta: il suo codice è Aj ……ed il costo è di euro 167, 40 a persona. Rimasi basito pensando che se questo era il costo delle tasse a quanto ammontava il costo del biglietto? Lo scopersi poco ore dopo quando, simulando l’acquisto di un biglietto sulla stessa tratta e negli stessi orari e giorni scopersi che, se avessi acquistato il biglietto, avrei speso un euro di meno.

Fine della storia. A me pare evidente che il programma mille miglia così articolato tende ad indurre in inganno, con artifizi e raggiri, la buona fede del viaggiatore. Il quale, meschino, credendo di potere viaggiare per una volta a costo contenuto (quello delle tasse) in realtà paga più del dovuto e per intero il biglietto.

Morale: non poteva che essere il principe dei “magliari” a volere fortissimamente che Alitalia rimanesse in mano italiana. Facendone una compagnia di bandiera, e trasmutando la ragione sociale da “Alimagna in Alimaglia”, in suo onore e in suo ricordo. Ma su una cosa aveva perfettamente ragione, magnificandone la necessaria funzione di promotore della immagine dell’Italia all’estero nel momento in cui avrebbe portato milioni di stranieri a visitare la nostra patria: era un modo velocissimo per fare conoscere all’estero alcune delle nostre eccellenze. Tra le tante quelle del magnificare virtù o pregi che, nella realtà, non esistono.

Inutile dire che a Sofia ci andrò con altra compagnia.

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