Appello di Edward Snowden ai difensori dei diritti umani. La talpa del datagate, secondo quanto riferito da Tatiana Lokshina dell’ong Hrw, ha chiesto aiuto per ottonere asilo politico in Russia. “Lui vuole restare qui, per ora non può andare in America Latina”, ha spiegato Lokshina all’aeroporto di Mosca, dove si è svolto l’incontro tra il “fuggitivo” e un gruppo di avvocati e difensori dei diritti umani. Le persone invitate da Snowden, attese allo scalo da un dipendente con un cartello recante la scritta “G9”, sono state condotte con un pulmino in un luogo non meglio precisato.

All’incontro ha partecipato anche il nipote di Viaceslav Molotov, uno dei più stretti collaboratori di Stalin, di cui fu ministro degli Esteri. Si tratta di Viaceslav Nikonov, chiamato così proprio in omaggio al nonno, sul quale ha scritto una biografia. Politologo con formazione storica, ha un passato militante nel Pcus – dal Komsomol in su – e poi nello staff di Gorbaciov, Ieltsin e Putin. Ora è deputato del partito putiniano Russia Unita e decano della facoltà di amministrazione statale di Mosca.

Intanto anche l’avvocato Ghenri Reznik, uno dei più noti avvocati russi, ha fatto sapere di pensare che “Snowden chiederà asilo politico in Russia, per il timore di vedere l’aereo su cui dovrebbe viaggiare costretto ad atterrare là dove non vorrebbe trovarsi”. Mentre il Cremlino ha ribadito che Snowden può restare in Russia se cessa di attaccare gli Stati Uniti. “Ha detto di essere a conoscenza di questa condizione e ha detto che può accettarla facilmente”, ha spiegato il deputato putiniano Viaceslav Nikonov riferendosi alla condizione posta da Putin per l’asilo, ossia smettere di danneggiare gli interessi degli Usa. E ha aggiunto: “Lui non intende danneggiare gli Usa dato che è un patriota del suo Paese”.

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