Verrà ricordato per essere stato l’avviso pubblico di selezione del personale più veloce della storia repubblicana. Si tratta dell’atto con cui, nella finestra temporale-lampo di 10 giorni, dal 7 al 17 giugno scorso, è stato possibile presentare la propria candidatura per “la copertura del posto di capo ufficio stampa del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca“. Un ruolo, quello del capo ufficio stampa ai ministeri, che notoriamente viene affidato con meccanismi di cooptazione personale, in virtù del legame fiduciario e di comune osservanza politica tra l’incaricato e il relativo ministro.

Con questo avviso Maria Chiara Carrozza, neo ministro all’Istruzione, chiamata ad occupare la poltrona dove hanno seduto altre donne del calibro di Maria Stella Gelimini e Letizia Moratti, sembrerebbe invece aver optato per una scelta di discontinuità. “Quello di pubblicare un avviso – hanno tenuto a rimarcare dall’ufficio stampa del Miur – non è un atto dovuto”. Per carità, nulla da dire rispetto al fatto che sia stata scelta la via non obbligatoria di un atto di selezione pubblica. Resta però il fatto che, nella fattispecie specifica, l’avviso avrebbe potuto dare maggiore tempo ai candidati di prender parte alla “corsa” e soprattutto essere meno generico nei requisiti richiesti.

Di fronte all’obiezione che 10 giorni per candidarsi appaiono insufficienti, al ministero hanno spiegato che “10 giorni sono sembrati il tempo giusto per far affluire le candidature”. C’è poi da considerare che un tempo così breve, equivalente a 6 giorni lavorativi, stride con l’obbligo, indicato nell’avviso, di presentare un progetto editoriale relativo alla riorganizzazione del sito istituzionale del Miur, alle modalità di comunicazione istituzionale e di presenza del ministero sui social media non è cosa da poco. Per il cui approntamento è lapalissiano sia richiesto un arco temporale decisamente maggiore dei 6 giorni lavorativi previsti nell’avviso.

Va poi detto, in merito ai genericissimi requisiti professionali richiesti – essere operatori del settore dell’informazione o comunque soggetti in possesso di esperienza nel campo della comunicazione istituzionale o dell’editoria – , che l’avviso aveva attirato, nelle scorse settimane, l’attenzione del Consiglio Nazionale dell’ordine dei giornalisti. Che in un telegramma aveva intimato al ministro Carrozza di modificare immediatamente l’avviso per “palese illegittimità rispetto al vigente ordinamento in tema di disciplina delle attività di informazione e comunicazione della Pubblica Amministrazione”. Il Consiglio nazionale aveva in particolare contestato al Miur di aver omesso “di citare tra i requisiti di partecipazione l’iscrizione obbligatoria all’Albo dei giornalisti, come tassativamente indicato dall’art. 9 della legge n. 150/2000 e specificato dall’art 3 del regolamento applicativo”.

In ogni caso, nonostante il lasso di tempo molto limitato per concorrere e il fatto che, come ha confermato l’ufficio stampa del Miur, l’avviso è stato pubblicato solo in una pagina interna del sito del ministero, sono arrivate più di 250 manifestazioni di interesse. Per il cui vaglio, propedeutico all’individuazione di una prima rosa di una decina di nomi, una ben organizzata società di selezione del personale impiegherebbe mesi. Invece il ministro Carrozza valuterà le candidature nel giro di poche settimane perché, come stabilisce l’avviso, il nuovo capo ufficio stampa, che sarà remunerato 75mila euro lordi l’anno, sia operativo dal primo agosto.

@albcrepaldi

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