Non sono mancate le polemiche sulla formazione dello staff di comunicazione, all’assemblea regionale del Movimento 5 stelle Lombardia. L’appuntamento era presso l’Auditorium Maggioni di Cernusco sul Naviglio, uno dei punti di ritrovo storici dei Meetup locali, capace di contenere all’incirca 300 persone e che si è facilmente riempito dei tanti grillini giunti per dibattere sul lavoro dei 9 consiglieri regionali “pentastellati”. Ma a tenere banco è stata anche la questione della scelta dei collaboratori a servizio dei rappresentanti regionali ed assunti per occuparsi soprattutto delle questioni organizzative, dei rapporti con la stampa e della comunicazione. A scatenare dure reazioni nei giorni scorsi, la decisione di mettere online i curriculum dei selezionati omettendo di indicare il cognome, un metodo ritenuto da alcuni “poco trasparente”. 

I criteri per la selezione del personale hanno mosso qualche malumore, soprattutto tra gli esclusi. Blogger, video maker ed esperti del web che sino a quel momento, in maniera gratuita, si erano spesi per il movimento, pensavano forse che gli venisse trovata una collocazione ufficiale. Ma così non è stato. Vista la proverbiale trasparenza del Movimento, che sfrutta internet e i social network, in molti si aspettavano che i profili dei candidati fossero visibili a tutti. Invece di chi è arrivato al colloquio decisivo, a partire dalle oltre 300 candidature giunte, è stato reso noto solo il nome di battesimo e un curriculum “light”. Una scelta criticata ma difesa con forza da Gianmarco Corbetta, il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, che avendo un’esperienza professionale sul fronte della selezione del personale ha preso in mano la faccenda.

“Abbiamo mantenuto una certa discrezione – ha detto Corbetta – per tutelare la privacy dei candidati. Alcuni di loro erano d’accordo a pubblicare tutto on-line, altri no. Ha prevalso quest’ultima valutazione”. Poi i nove consiglieri hanno effettuato le loro scelte, che naturalmente difendono. Tra responsabile ufficio stampa, addetti alla segreteria e al comparto comunicazioni, sono state prese 11 persone. “Le scelte sono state fatte anche sulla base di rapporti personali” ha confidato un delegato dei Meetup del Sud Milano, “ma non mi sembra che ci sia nulla di criticabile in questo – ha aggiunto – se io devo lavorare con una persona è giusto che io con questa possa avere una conoscenza pregressa. Certo è che deve essere assunta anche sulla base di conoscenze oggettive della materia”.

Il delegato di San Giuliano Milanese, Mauro D’Avino, ha ribadito che secondo lui l’assunzione dei collaboratori doveva essere gestita in un altro modo. “Chi non voleva pubblicare il proprio curriculum completo on line – ha detto – era da escludere”. Contraria invece Silvana Carcano, la capogruppo in consiglio regionale per il Movimento 5 stelle, che ha puntato l’accento sul fatto che si stavano scegliendo semplicemente dei lavoratori, non dei candidati politici, intendendo con questo che obbligare i primi a rinunciare al loro diritto alla privacy era forse eccessivo. “Vengono a sindacare le nostre scelte – ha concluso Carcano – ma vorrei che i giornalisti notassero a che bassi livelli di trasparenza siamo stati abituati dalle altre forze politiche. Noi invece mettiamo tutto in rete, pubblichiamo sui Meetup e votiamo attraverso internet”.

 

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