Un commando armato ha ucciso nove turisti stranieri, cinque ucraini, tre cinesi, un russo, e la loro guida in un hotel della regione del Kashmir (contesa dall’India), che i pachistani chiamano provincia settentrionale di Gilgit-Baltistan. L’attacco è avvenuto nell’area di Fairy Meadows, campo base per l’ascesa alla vetta del Nanga Parbat, nona più alta vetta del mondo nell’Himalaya (8.126 metri). Il vice ispettore generale dellapolizia di Gilgit, Ali Sher, ha indicato che l’assalto è avvenuto subito dopo la mezzanotte “quando i terroristi hanno fatto irruzione nell’hotel sparando ai turisti che vi si trovavano”.

Un portavoce della polizia ha precisato che gli aggressori, per non destare sospetti, vestivano uniformi dei ‘Gilgit Scout’ una forza paramilitare appartenente alle Guardie di Frontiera pachistane. Dopo essere entrati nel rifugio, ha aggiunto la fonte, i militanti hanno radunato tutte le persone presenti portandole in un luogo appartato, e dopo averle identificate e derubate di tutto quanto di prezioso avessero, compresi i passaporti, ne hanno uccise dieci. Il sospetto che debba trattarsi di militanti sunniti è dovuto al fatto che l’unico pachistano ucciso fra quelli presenti era sciita, mentre i sunniti sono stati rilasciati senza danni.

A rivendicare l’attacco è stato movimento estremista islamico talebano Jandullah. In un messaggio il portavoce del movimento, Ahmed Marwat, ha detto: “Abbiamo realizzato l’attacco perché i turisti erano degli infedeli e nemici dei musulmani”. Nel febbraio dello scorso annolo stesso Marwat aveva rivendicato a nome di Jandullah la responsabilità dell’attacco armato contro un autobus nella regione montagnosa del Kohistan in cui morirono 18 passeggeri, tutti musulmani sciiti. Si trattava di turisti che erano partiti da Rawalpindi per trascorrere un periodo di vacanza nelle montagne del Gilgit-Baltistan. Secondo i servizi di intelligence pachistani, Jandullah è un movimento collegato con i talebani del Tehrek-e-Taliban Pakistan.

La zona dove si trovavano i turisti uccisi è fra le più inaccessibili del Pakistan, non c’è nessun collegamento stradale ed è “raggiungibile solo a dorso di mulo, cavallo o a piedi”. Lo ha ricordato il ‘chief minister’ (governatore) del Gilgit-Baltistan in una intervista a GEO Tv:  “Abbiamo inviato elicotteri per trasferire ad Islamabad i cadaveri – ha detto – mentre la polizia e le forze paramilitari hanno circondato la zona. Abbiamo anche chiesto aiuto all’esercito”. L’attacco ha suscitato grande emozione in Pakistan perché il Gilgit-Baltistan era considerata una delle zone più calme del Paese con importanti investimenti per rafforzare l’industria turistica. Il primo ministro pachistano Nawaz Sharif ha condannato l’attacco: “Simili atti crudeli ed inumani non saranno tollerati ed ogni sforzo sarà realizzato per fare del Pakistan un posto sicuro per i turisti”.

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