Ecco, dopo i titoloni di tutti (ma proprio tutti) i giornali sull’espulsione della senatrice Gambaro del M5S, stamattina mi aspettavo se non titoloni, almeno titolini sull’espulsione nel Pd di Valentina Spada, per aver denunciato in Sicilia, che il candidato appoggiato dal suo partito era stato punto di riferimento di Totò Cuffaro, e che di conseguenza, venendo da una cultura legalitaria, avrebbe appoggiato il candidato M5S Federico Piccitto.

Le domande sorgono spontanee: chi ha deciso per l’espulsione della Spada? Un comitato di probiviri? Una votazione del circolo o degli eletti? Una votazione on-line?
Basterebbe anche una semplice assemblea di condominio per chiamare la decisione democratica, ma non ci sembra che ci sia stata una decisione collegiale, nel caso contrario sarò ben felice di sapere che anche nel Pd esiste un barlume di democrazia diretta.
E sottolineo che nel caso della senatrice del M5S Gambaro, sia stato contro l’espulsione, proprio per lo stesso motivo di cui sopra. Non si può pretendere di espellere persone per aver criticato il proprio movimento.

Le critiche se sono costruttive sono un bene per qualsiasi associazione, e sono un contributivo positivo per migliorare l’organizzazione all’interno, che altrimenti, affetta da sindrome da pensiero unico, non andrebbe da nessuna parte e sarebbe condannata al crollo fisiologico.

Censurabile il fatto che le critiche siano rivolte in pubblico, e non prima presentate all’interno e discusse. Questa cosa fa certamente pensare che la senatrice potesse cercare visibilità mediatica; ma allo stesso tempo sorge il dubbio se il motivo della sua espulsione fossero le sue dichiarazioni “lesive” del movimento, e non invece le critiche dure a Beppe Grillo. La domanda resta, e l’espulsione certo non chiarisce la questione, che andava diretta all’interno e si tratta di un punto strategico per il futuro del M5S, e cioè quello della comunicazione politica e del rapporto con i media (tradizionali e non).

Si è invece scelto di andare allo scontro, magari con l’idea poi di cambiare rotta, ma la cosa è stata affrontata nel modo sbagliato, addittandola come responsabile di non si sa bene quale tradimento. Tutto ciò poi è stato speculato all’ennesima potenza dai media, diventando la notizia principale, proprio nel momento in cui il Paese e’ in crisi profonda e i cittadini non hanno più fiducia nello Stato.

Ecco allora, semplicemente questo: il M5S più che non parlare solo dei mal di pancia interni (infatti è vero che stanno lavorando molto in Parlamento), dovrebbe arrivare a dirimerli, prendendo delle decisioni chiare sulla comunicazione e sull’interazione con i suoi elettori/iscritti.

Dall’altro lato, consigliamo allo stesso modo a tutte le fonti di comunicazioni di non occuparsi solo delle questioni interne al M5S, ma ad esempio delle persone che vivono la crisi economica e morale del Paese sulla propria pelle, e nonostante questo non si suicidano ma decidono di vivere, ma in questo modo non creando (purtroppo per la stampa) nessuna notizia eclatante che possa finire in prima pagina.

Andrea Forbicioni

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