Continuare a fare l’ago della bilancia del potere economico non rende più in Italia. Mediobanca annuncia così l’uscita dai patti di sindacato di Telco-Telecom, Rcs e Pirelli, svalutando partecipazioni per 400 milioni e sollevando ancora più dubbi sull’editore del Corriere della Sera. Il nuovo piano 2013-2016, approvato ieri dal Cda, prevede che la banca riduca l’esposizione azionaria per 2 miliardi attraverso 1,5 miliardi di cessioni, tra cui il 3% della quota in Generali che calerà al 10%. L’intervento a firma dell’amministratore delegato Alberto Nagel, previsto nel nuovo piano, porterà a chiudere l’esercizio 2012-2013 a fine giugno con una perdita di circa 200 milioni.

Il nuovo piano è stato accolto con freddezza a Piazza Affari. Il titolo della banca ha perso infatti il 9,42% a 4,4 euro. “Essere associati a partecipazioni di minoranza vuol dire distrarre il management e il brand della banca dal core business”, ha spiegato Nagel, precisando che Piazzetta Cuccia “non ha fatto un aumento di capitale dal 1998 e non ne ha bisogno”.

Sul fronte Rcs, Nagel ha aperto al dialogo con Diego Della Valle. “Tutti gli azionisti che si impegnano e mettono capitali devono poter esprimere la propria opinione e partecipare al tavolo senza steccati tra soggetti del patto e fuori patto”, ha detto. Sottolineando che “quindi ben venga il contributo di azionisti come Della Valle a piani attuali o futuri”. Sembra invece esserci poco spazio per rivedere ora il piano Rcs. “Oggi c’è un’operazione sul mercato”, ha precisato. “C’è un documento di offerta che parla di un piano, non ci sono i margini temporali per cambiarlo”.

I paletti del nuovo piano di Mediobanca sono l’ottimizzazione del capitale e il potenziamento delle attività internazionali del corporate e investment banking. Con un modello di business semplificato e più redditizio Mediobanca si concentrerà, grazie alle risorse che arriveranno dal calo delle partecipazioni azionarie, sulle tre attività bancarie di investment banking, retail e wealth management. L’idea è di sviluppare, con investimenti in risorse umane e tecnologia, attività che assorbono meno capitale e generano più commissioni. In questo ambito nasce la piattaforma di asset management che, insieme alle attività di private banking di Banca Esperia e Monegasque de Banque, oggi marginali, tra cinque anni genererà, secondo le attese, il 15% dei ricavi.

In particolare nel settore corporate e investment banking il piano prevede una crescita annua dei ricavi del 10% a 1 miliardo nel 2016 e un recupero di redditività, ampliando la base clienti a imprese medio-grandi e investitori istituzionali e rafforzando la proiezione internazionale. Nelle filiali all’estero verranno assunti nuovi banker e si allargherà la copertura geografica a Medio Oriente, Russia, Est Europa, America Latina e Benelux. Il piano prevede inoltre di entrare in in mercati come Turchia, Messico e Cina. L’obiettivo è che la clientela estera arrivi a rappresentare il 45% dei ricavi di questa divisione.  Nel retail e consumer banking, dove Piazzetta Cuccia opera con con CheBanca! e Compass, i ricavi sono infine stimati a 1 miliardo nel 2016.

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