Le questioni giudiziarie di Silvio Berlusconi non entrano e non entreranno con le sorti del governo. Lo aveva detto lo stesso Cavaliere a ridosso della decisione della sentenza della Corte Costituzionale che ha respinto il suo ricorso sul processo Mediaset. Lo ribadisce oggi il presidente del Consiglio Enrico Letta che allarga questo punto di vista anche alla vicenda della ineleggibilità che potrebbe essere calendarizzata già ad inizio luglio in sede di giunta per le elezioni. Sul nodo dei processi in corso per Letta è sufficiente una sola frase: “Vedo il governo stabile e concentrato sui suoi obiettivi e non credo che ci saranno conseguenze di nessun tipo da parte di vicende esterne”. Quanto al conflitto d’interessi sul quale si dovrà pronunciare la giunta per elezioni il presidente del Consiglio spiega: “Sentirò e mi atterrò alle indicazioni del partito, il governo non c’entra” con questi temi e “non darei grande importanza a questo avvenimento”. 

Il capo del governo ha incontrato la stampa estera e i temi su cui è stato interrogato sono stati i più diversi. Al centro dell’attenzione soprattutto il rapporto con l’Unione Europea (anche in quest’ultimo caso il governo aveva avuto a che fare con le fibrillazioni provocate dalle dichiarazioni di Berlusconi sullo sforamento del 3% del rapporto deficit/Pil). Secondo Letta l’Italia deve essere il Paese “più europeista in Europa”. Tuttavia al prossimo vertice Ue “i due grandi temi sono la lotta alla disoccupazione giovanile e l’unione bancaria” e “su questi due temi crediamo che uscire dal Consiglio Ue con frasi di circostanza e impegni generici sarebbe un autogol che l’Europa non può permettersi”. Se dal Consiglio europeo non arrivassero risposte “si creeranno le condizione perchè il prossimo parlamento Ue sia il più antieuropeo della storia”. 

Accanto a questo, secondo il presidente del Consiglio, l’Europa deve affrontare e risolvere il tema del conteggio nei bilanci nazionali dei co-finanziamenti dei fondi strutturali. Letta sottolinea che si tratta di un “tema complesso, ma che sono fiducioso affronteremo e risolveremo nei prossimi mesi”. In più il governo farà di tutto e chiederà “il rispetto dei tempi sull’unione bancaria, perché è fondamentale per i risparmiatori, per le imprese e per la solidità del sistema bancario europeo”.  Sull’unione bancaria “vedo che già non saremo in grado di rispettare la scadenza perché come sapete è in ritardo il Bundesrat tedesco”. Letta, insomma, “rimbrotta” Berlino, sottolineando che “ciò dimostra che non è solo l’Italia ad essere in ritardo…”. Il presidente, nell’auspicare il rispetto dei tempi, ha parlato della “risoluzione delle crisi bancarie” come della “questione chiave” di cui è bene “parlare nel prossimo Consiglio Ue”.

L’altro punto è quello delle riforme istituzionali. Ancora una volta Letta auspica che si arrivi il prima possibile ad una modifica della Costituzione e soprattutto della legge elettorale, ma sostiene di non vedere elezioni anticipate a breve. D’altronde con il sistema elettorale attuale sono possibili “solo le larghe intese“, dice: sarebbe come tornare “alla casella partenza del gioco dell’oca”. Quella attuale “è una situazione che non può consentire maggioranze che non siano maggioranze larghe”.

Dunque lunga vita al governo: “Sono passati solo 50 giorni” dall’inizio del lavoro, “e sento un sentimento molto positivo, sento che le cose stanno andando bene e le cose stanno andando come speravo: vedo tantissime difficoltà, ma ci metto tanta determinazione”. Ci sono “tutte le condizioni per fare le cose positive – spiega – e applicare il programma sul quale il Parlamento ha dato la fiducia”. Tra i problemi che saranno “affrontati e risolti”, giura, quello degli esodati.

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