L’esistenza, nell’Italia degli ultimi vent’anni e passa, di un regime super partes di collusi, uniti nella volontà di conservare a tutti i costi il potere al di là delle solo apparenti diversità, viene argomentata con efficacia da Pierfranco Pellizzetti in un interessante articolo apparso sul manifesto di ieri. Pellizzetti cita fra l’altro, a sostegno delle sue argomentazioni, abbastanza solide e incalzanti sul piano storico, l’oramai ben nota pubblica “confessione” di Violante nel 2003: “L’onorevole Berlusconi sa per certo che nel 1994 gli venne data piena garanzia che non sarebbero state toccate le sue televisioni nel cambio di governo… ci si accusa di regime nonostante non avessimo fatto il conflitto d’interesse, dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni”.

Pellizzetti mette inoltre in luce come la “sinistra” (leggi Pd e sue appendici) “mediatizzata e liberista” sia divenuta “concettualmente indistinguibile dalla Destra”, condividendo il “principio cardine” del berlusconismo “il pubblico è composto da ragazzini di undici anni, neppure troppo intelligenti”.

Oggi questo schieramento bipartisan che trova il suo cemento reale nell’appeal del potere della casta, dando vita a una situazione che suscita il voltastomaco della maggior parte degli Italiani, che si rifugiano nel voto a movimenti di protesta o nell’astensione, è partito all’assalto della Costituzione repubblicana, per realizzare, sul piano istituzionale, il sogno più volte enunciato da Berlusconi, che dello schieramento in questione è l’esponente più significativo e sincero: dar vita a un potere presidenziale direttamente espressione di una parte del popolo, secondo i principi dell’investitura plebiscitaria, travolgendo ogni possibile controllo di ordine giudiziario, parlamentare e, naturalmente, sociale.

La Costituzione repubblicana è sotto attacco. In primo luogo perché il sistema di vincoli sia procedurali che sostanziali da essa configurato costituisce un ostacolo per la realizzazione dei progetti eversivi di questa accozzaglia di politicanti di infimo ordine, che stanno perdendo progressivamente ogni contatto e legame con il popolo italiano. In secondo luogo perché i valori da essa enunciati, solidarietà sociale, rispetto dei diritti, ruolo dei sindacati, entrano in conflitto con il disegno di ridimensionamento liberista dello Stato enunciato dai poteri forti internazionali ed europei. A proposito dei quali vale la pena leggere quanto scrivono i consulenti pagati a peso d’oro della banca J.P. Morgan.

Il governo Letta, per meriti individuali e anche familiari del personaggio scelto a presiederlo, si pone alla congiunzione di questi due ordini di motivazioni, e quindi il suo obiettivo ultimo è proprio quello di scardinare la Costituzione italiana.

E’ proprio con il termine non certo lusinghiero di “legge grimaldello” che i Comitati Dossetti hanno recentemente battezzato il disegno di legge costituzionale approvato dal Consiglio dei ministri il 6 giugno 2013, che detta nuovi modi e tempi per la riforma della Costituzione. I Comitati hanno denunciato la violazione dell’art. 138 della Carta, che risiederebbe in tre elementi e precisamente.

” 1. Nel riconoscimento al Governo dell’inusitato ruolo di proponente delle riforme costituzionali, per giunta coadiuvato da una commissione di esperti nominati dallo stesso Governo. 2. Nell’’altrettanto inusitata imposizione di un limite temporale al procedimento di revisione, come se si trattasse dell’approvazione, con caratteri d’urgenza, di una legge ordinaria; 3. nella diminuzione da tre mesi ad uno dell’intervallo intercorrente tra la prima e la seconda approvazione del testo delle leggi di revisione costituzionale: un intervallo voluto espressamente dai Costituenti perché le eventuali modifiche costituzionali potessero essere adeguatamente discusse nell’opinione pubblica prima della delibera  definitiva delle Camere (nella quale, com’è noto, non è ammissibile la presentazione di emendamenti) “.

I Comitati proseguono quindi nei seguenti termini:

“Si tratta pertanto di una legge grimaldello che fa saltare le garanzie e le regole che la Costituzione stessa ha eretto a sua difesa, e che finché sono in vigore vanno rispettate. Essa contempla che in diciotto mesi vengano cambiati forma dello Stato, forma di Governo, Parlamento e l’intero equilibrio fra i poteri dello Stato su cui riposano i diritti dei cittadini”.

I Comitati propongono  di “1) esercitare una “moral suasion” per indurre i partiti di maggioranza del Parlamento – che tutti si richiamano alla democrazia ed alla libertà – a garantire che in seconda lettura la legge grimaldello non sia votata da una Santa Alleanza che raggiunga i due terzi dei voti, in modo che non sia esclusa la possibilità costituzionale del referendum popolare”.

E di  ” 2) presentare o promuovere la presentazione, sin da questi mesi estivi, di singole leggi di revisione costituzionale che, su punti specifici, e senza travolgere l’intero ordinamento:

– correggano il sistema bicamerale investendo la sola Camera del rapporto di fiducia col Governo;
– ridefiniscano il rapporto fra Stato, Regioni ed altre autonomie locali, ponendo rimedio alle negative esperienze fatte fin qui;
– ridisegnino il numero dei parlamentari;
– riscrivano l’art. 81;
– stabiliscano un tetto di spesa per le spese militari ed un minimo di spesa per le spese scolastiche e formative;
– introducano il principio del reddito minimo di esistenza vitale;
– enuncino un criterio d’indirizzo sui rapporti fra Italia ed Unione Europea, sopraggiunti dopo l’entrata in vigore della Costituzione del 1948, criterio basato sul perseguimento dell’unità vera e non solo economica dell’Europa e sulla salvaguardia della personalità, dei valori supremi e della qualità della vita della comunità di tutti gli abitanti della Penisola”.

Riusciremo a fermare gli scassinatori, introducendo le modifiche che si rendono necessarie senza travolgere, a beneficio della casta e dei poteri forti nazionali, internazionali ed europei, il sistema di garanzie e di valori contenuto nella Carta costituzionale?

Popolo italiano, a te la parola… Se non reagisci ora consegnerai il tuo futuro alla J.P. Morgan e ad analoghi soggetti nazionali e  internazionali. O, per meglio dire, rinuncerai ad ogni futuro.

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