Campione. Ancora, per la settima volta consecutiva: la Montepaschi Siena sta scrivendo e riscrivendo la storia del basket italiano, anno dopo anno. Con la vittoria di ieri sera sul campo dell’Acea Roma, la Mens Sana ha conquistato l’ennesimo scudetto, prolungando una striscia che va avanti senza soluzione di continuità dal 2006/2007. Un ciclo che sembrava irripetibile. E finito. Già, perché i tempi d’oro in cui Siena poteva vantare un budget a sette zeri e competere con le grandi potenze continentali sono ormai alle spalle. Anche la Mens Sana è una delle vittime della crisi della Montepaschi, storico sponsor che ha firmato tutti i trionfi degli anni Duemila e garantiva buona parte delle risorse della società.

La banca ha deciso di tagliare tutte le spese ‘superflue’ per far fronte al momento difficile, e fra queste rientrano anche le sponsorizzazioni sportive. Per questo ai nastri di partenza dell’ultima stagione Siena si era presentata con un budget più che dimezzato. E con una rosa profondamente rinnovata (anche ridimensionata, secondo molti commentatori): l’esodo di tutti i giocatori più rappresentativi – da McCalebb a Zisis, da Andersen a Kaukenas e Lavrinovic – verso i migliori club europei era stato impressionante. Se ne era andato anche l’allenatore Simone Pianigiani, artefice degli ultimi sei scudetti e dal 2009 anche commissario tecnico della nazionale azzurra. Al suo posto era stato promosso il suo vice, Luca Banchi, chiamato al duro compito della rifondazione.

E’ stato un campionato molto difficile, per Siena. La macchina perfetta, capace di subire solo due sconfitte in tre anni fra il 2008 e il 2011, sembrava essersi inceppata: nella stagione regolare le partite perse erano state addirittura 12 (peggior record dal 2001). Anche in Eurolega, dopo un ottimo inizio, Siena era stata eliminata nelle Top 16. In Italia, invece, aveva chiuso la stagione solo al quinto posto in classifica, e per la prima volta non era favorita nei play-off per lo scudetto. Doveva essere l’anno dell’EA7 Milano, la squadra targata Armani che insegue il titolo dal lontano 1996, con un budget e un parco giocatori sempre più ambiziosi. Niente da fare: l’Olimpia è caduta ancora una volta sotto i colpi di Siena, nonostante avesse il vantaggio di giocare gara 7, l’ultima e decisiva sfida, in casa. Stessa sorte per Varese, che aveva chiuso la stagione al primo posto. L’ultima a capitolare, in finale, è stata Roma, che sognava di bissare l’unico titolo conquistato trent’anni fa, ma è stata sconfitta abbastanza nettamente per 4-1.

Protagonista indiscusso dello scudetto è stato Daniel Lorenzo Hackett, l’italiano d’America, capace di segnare rispettivamente 25 e 23 punti nelle due gare decisive contro Milano e Varese. Nato a Forlimpopoli ma cresciuto nei college statunitensi, Hackett era tornato in Italia a Treviso nel 2009, dopo essere stato snobbato dall’Nba. E aveva deluso. Oggi, dopo due ottime stagioni in provincia a Pesaro, si è definitivamente affermato a Siena, capitale del basket italiano, come un giocatore di livello internazionale.

Nonostante il titolo, però, Siena non può gioire completamente. C’è l’inchiesta su presunte frodi fiscali che pende come una spada di Damocle sul capo della Mens Sana (così come altri dubbi sui conti societari), e di cui nei prossimi tempi dovrebbero conoscersi gli esiti. Soprattutto, c’è un clima di smobilitazione che non accenna a placarsi: neanche il tempo di festeggiare che l’allenatore capo Banchi ha annunciato il suo addio. “E’ inutile nasconderlo – ha detto – il club sta attraversando un momento delicato, è legittimo guardare al bilancio e fare scelte mirate. Di conseguenza, è stata inevitabile la decisione che non ci fosse un rinnovo contrattuale. La figura di quello che sarà l’allenatore di Siena nella prossima stagione non coincide più con la mia”. Indiscrezioni sulla sua partenza erano circolate in maniera insistente già nel corso della finale contro Roma, tanto da causare un duro comunicato di smentita da parte della società. Evidentemente le voci erano fondate. E a questo punto anche la permanenza dello stesso Hackett potrebbe non essere scontata. Il problema sono i soldi dello sponsor: il contratto con Mps scade nel giugno del 2014 e, come già accaduto per il calcio, potrebbe non essere rinnovato. Per cautelarsi la Mens Sana ha stretto accordi importanti con Kipsta e Decathlon, e sta cercando di espandere il proprio brand in Cina. Ma sostituire Montepaschi potrebbe essere un’impresa ardua. Il verdetto di ieri sera è che il ciclo di Siena non è ancora finito. Almeno sul campo. Fuori il futuro è ancora tutto da decifrare.

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