Gli esperti lo considerano uno spettacolo imperdibile. Nella notte tra sabato 22 e domenica 23 nel cielo si potrà osservare la SuperLuna. Il nostro satellite brillerà così per il fenomeno del Perigeo, ossia della minima distanza dalla Terra e consentirà agli appassionati e non di osservare ad occhio nudo l’astro più grande del solito, più luminoso e soprattutto di uno straordinario colore. Nella notte di sabato la Luna sarà quasi al culmine del suo ciclico avvicinamento al nostro pianeta e sarà in piena illuminazione, secondo una combinazione che si ripete circa una volta l’anno, e che per l’ultima volta è avvenuta tra il 5 ed 6 Maggio dell’anno scorso (nella foto). La Luna apparirà del 14% più grande del normale e la maggior parte degli osservatori potrà notare la differenza. A ogni perigeo lunare si registra un lieve aumento delle maree.

La distanza minima dalla Terra sarà raggiunta alle 7 del mattino, e corrisponderà a 356.991 chilometri. L’evento 2013 non rappresenta il record assoluto: la SuperLuna osservata il 19 marzo 2011 era ancora più prossima al nostro pianeta; infatti, allora il nostro satellite si trovò a circa 356.577 chilometri di distanza dalla Terra. La frequenza con cui assistiamo ad una SuperLuna varia dai 15, ai 16, 17 o 18 anni. La prossima SuperLuna sarà nel 2028 o 2029, sebbene avremo un fenomeno parziale anche nell’agosto 2014.

Intanto ricercatori australiani hanno identificato 280 nuovi crateri, combinando per la prima volta dati della sua gravità e della superficie. Il progetto dell’Università Curtin di Perth, guidato da ricercatore spaziale Will Featherstone, ha utilizzato dati di gravità raccolti da satelliti e una modellazione del terreno, per sviluppare una mappa di gravità ad altissima risoluzione della Luna, identificando 280 crateri mai mappati finora, di cui 66 categorizzati come distintamente visibili sia da una prospettiva gravitazionale che topografica.

La modellazione computerizzata dei dati di gravità e di topografia ha rimosso le caratteristiche regionali per rivelare con più dettaglio bacini che resterebbero oscurati usando altre tecniche, scrive Featherstone in una relazione che sta per essere pubblicata sul Journal of Geophysical Research. “Mappare l’altra faccia della Luna è particolarmente impegnativo perché i satelliti in orbita non possono essere seguiti dalla Terra quando vi transitano”, spiega. I ricercatori contano di conseguire ulteriori scoperte, quando potranno applicare le loro tecniche ai nuovi dati di gravità raccolti dalla missione Grail della Nasa, che si è conclusa quando due satelliti sono stati deliberatamente fatti precipitare sulla superfice lunare lo scorso dicembre, aggiunge Featherstone. La squadra di ricerca aveva già sviluppato una mappa di gravità di Marte ad altissima risoluzione, che consentirà di conoscere meglio la struttura interna del pianeta. Nell’insieme, i dati raccolti aiuteranno a comprendere meglio la storia del sistema solare, osserva lo scienziato.

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