Dopo le seducenti preview svoltesi nelle scorse settimane – Mount Kimbie al Tube Club, Demdike Stare al Teatro delle Passioni e Murcof con Simon Geilfus al Teatro Storchi – il weekend con il fulcro ed il corpo centrale della rassegna entra nel vivo venerdì 14 e sabato 15 giugno. Abbiamo intervistato il Direttore artistico di NODE, Filippo Aldovini.

E’ tempo di tuffarsi nell’ormai classica due giorni in cui si condensa il grosso degli artisti. Venerdì 14 giugno: si parte alle 21.00 con i paesaggi sonori di confine di Morkebla. A seguire il solo dell’inglese Matt Barnes aka Forest Swords: sin da Dagger Paths e Rattling Cage ha dimostrato di saper coniugare in modo unico la fascinazione per la psichedelia con la matrice sperimentale del dub ed il suo nuovo singolo, Thor’s Stone, preludio al nuovo album su Tri Angle, non fa che confermarlo, insistendo su elementi tra l’esotico e l’ancestrale. Un assist perfetto per dEbruit, fattosi conoscere nel 2009 con l’abstract hip hop molto future funk del programmatico Let’s Post Funk, in combutta con Om’Mas Keith dei Sa-Ra.

La musica di Xavier Thomas ha mantenuto una consistenza gommosa e sintetica, ma si è lasciata ispirare sempre più dai ritmi dell’Africa, sino a culminare in From the Horizon. A mezzanotte lo showcase di Mapping Around, produzione finale del workshop di video mapping tenuto da Apparati Effimeri. Sabato 15 giugno alle 21.00 apre Von Tesla con i suoi vortici ipnotici inquietanti che si perdono nelle spire della techno e dell’ambient come nel recente ottimo Providing Needles. La serata è dominata dall’eleganza austera del classico stile Raster-Noton. Alle 22.00 Grischa Lichtenberger, il più giovane degli artisti della scuderia teutonica: il suo album di debutto And IV Inertia è frizzante sintesi “pop” tra Ikeda, Noto e Autechre ed apre nuovi interessanti spiragli nei possibili futuri di un sound secco e senza compromessi che ha fatto storia. Come nel più classico dei testacoda il discepolo consegnerà poi lo scettro al maestro Frank Bretschneider, il boss fondatore della Raster Music. Un artista che non ha bisogno di presentazioni è poi il finlandese Vladislav Delay, musicista di classe ed eleganza sopraffine, un (L)uomo da cui non si può prescindere.

A raccontare lo spirito del Festival è Filippo Aldovini, direttore generale di NODE nonché direttore artistico. 

La vostra proposta è ormai caratterizzata: i vostri artisti sono tutti su crinali e crocevia che non sono ascrivibili ad un determinato ambito, ma amano operare con diversi elementi. D’accordo?

Assolutamente. Credo che la trasversalità sia uno degli aspetti vincenti del festival: gli artisti che da sempre ci interessano sono quelli che riescono a costruire ponti tra contesti artistici e musicali apparentemente non comunicanti. E’ un discorso di attitudine artistica il più possibile aperta e intendo aperta a tutto, dalle influenze tra i generi, all’unione tra diversi contesti artistici.

Quali sono le novità di questa edizione, al di là della continuità nell’impronta della direzione artistica cui abbiamo accennato?

Sicuramente una delle grandi novità di questa edizione è il cambio di location: l’anno scorso, dopo il terremoto, ci siamo trovati a dover spostare il festival dalla consueta sede di Palazzo Santa Margherita ai Giardini Ducali. Tutto questo è stato fatto in una settimana e si è rivelata una scelta vincente, non solo per il successo di numeri, ma anche perché in questo modo siamo riusciti a garantire alla città un momento di cultura in totale sicurezza. Abbiamo sperimentato uno spazio diverso e inedito con grande potenzialità e che ci ha portato a rivedere alcune delle scelte artistiche e ad incentrare la proposta della due giorni verso un taglio più eclettico ed aperto alle contaminazione ritmiche, privilegiando sempre e comunque proposte di ricerca. Quest’anno abbiamo costruito un calendario di eventi satellite in collaborazione con i nostri partner Mattatoio e VIE Scena Contemporanea festival.

Un parere da appassionato sui tre live dei giorni scorsi Mount Kimbie, Demdike Stare e Murcof?

I Mount Kimbie si sono dimostrati all’altezza delle aspettative. Hanno affinato il loro ibrido di sonorità rock ed elettroniche in maniera impeccabile con l’aggiunta nella line-up di un batterista che dà maggior corpo al suono. Demdike Stare: set conciso e a tratti un po’ fuori fuoco ma molto suggestivo. Raggiunto il climax si sono fermati improvvisamente lasciando in gran parte del pubblico il desiderio di un set più lungo. Murcof + Simon Geilfus [ANTIVJ]: in assoluto una delle serate Node più belle di sempre. L’illusione visiva creata grazie allo speciale allestimento di ANTIVJ ha lasciato tutti a bocca aperta e il cosmo sonoro di Murcof ha raggiunto profondità abissali. Stupendo.

Su chi convergono le maggiori aspettative per la due giorni ai Giardini Ducali?

Penso alla serata di sabato 15 giugno che ospiterà lo showcase ufficiale della Raster-Noton, etichetta discografica seminale con cui collaboriamo da anni: Alva Noto suonò alla prima edizione di NODE nel 2008, poi arrivarono anche Kangding Ray, Senking e Ryoji Ikeda. Al suo interno ci godremo la prima assoluta del nuovo live di Frank Bretschneider, eminenza grigia del collettivo tedesco. I suoi lavori, incentrati sulla ricerca ritmica, sono da sempre fonte di ispirazione. Ben prima che i suoi colleghi Alva Noto e Byetone imboccassero lo stesso percorso. Il suo nuovo concept album super.trigger sarà la continuazione di questo percorso e noi avremo il privilegio di ascoltarlo per primi.

 

Articolo Precedente

Biografilm 2013, il festival dei racconti di vita parte con “Sugar Man”

next
Articolo Successivo

Emilia Romagna, il teatro si fa in carcere: 5 spettacoli dal 30 ottobre al 16 novembre

next