Una ragazza di 14 anni ieri si è suicidata a Machida, alla periferia di Tokyo, gettandosi contro un treno. Il fatto è avvenuto alle 8:40 di mattina, in piena ora di punta.

Un paio di testimoni, intervistati dalla Tbs, un network commerciale, hanno dichiarato di aver visto la ragazza, che stava tranquillamente facendo la fila, posare con calma la borsa che aveva sulla piattaforma e improvvisamente gettarsi contro il treno in corsa. Meno dettagliato il comunicato delle ferrovie, che si è limitato ad annunciare che, per via di un “incidente”, la stazione è rimasta bloccata per 80 minuti, provocando disagi a 19 mila viaggiatori. Il comunicato prosegue scusandosi per il disagio e annunciando che presto anche la stazione di Machida si equipaggerà con le barriere anti-suicidio, che da anni sono presenti nella maggior parte delle stazioni di Tokyo. Dove per dissuadere i potenziali suicidi (che infatti oramai scelgono altri modi per togliersi la vita) le ferrovie hanno cominciato a citare per i danni provocati gli eredi dei suicidi.

Difficile capire se bisogna preoccuparsi più per questo ennesimo suicidio (in Giappone solo oltre 32 mila l’anno, 80 al giorno, 3 ogni ora circa) o per il modo in cui le ferrovie l’hanno annunciato e archiviato.  

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