Ventisette milioni di euro. E’ quanto valgono i beni confiscati dalla Dia ai fratelli Giovanni e Salvatore Lo Cicero, esponenti del mandamento mafioso di Resuttana (Palermo). Sono stati acquisiti dallo Stato terreni, numerose ville e appartamenti, auto, imprese e società, conti correnti bancari e perfino un aereo da turismo di tipo Rondone.

Il patrimonio è stato inizialmente sequestrato nel 2008 e ora definitivamente confiscato dalla Corte di Cassazione. Giovanni Lo Cicero, uomo d’onore della famiglia mafiosa dell’ “Arenella-Acquasanta-Vergine Maria”, è morto a novembre del 2011. Il fratello Salvatore è ai domiciliari per associazione mafiosa. La loro, insieme alle famiglie dei Galatolo, dei Madonia e dei Fidanzati è ritenuta la principale famiglia mafiosa del mandamento di Resuttana.

I Lo Cicero sono i gestori, in regime di monopolio, della realizzazione e della manutenzione delle tombe nel cimitero dei Rotoli di Palermo e hanno anche imprese di costruzione. Tra i beni definitivamente confiscati figurano 34 appartamenti, un ufficio, 13 magazzini, 5 ville, 2 fabbricati, 12 seminterrati, numerosi appezzamenti di terreno, diversi conti correnti bancari e polizze vita, 6 società, 4 imprese, 3 autocarri, 3 auto e l’aereo da turismo.

Articolo Precedente

Verona, svastiche sulla sinagoga: “Non accadeva dal periodo delle leggi razziali”

next
Articolo Successivo

Recupero crediti, l’esattore pentito: “Ossessionare il debitore paga sempre”

next