“L’on. Borghezio è stato ufficialmente espulso per le ripugnanti  dichiarazioni da lui rilasciate. I commenti di stampo razzista  sono inaccettabili”.

Questo il messaggio telegrafico e inequivocabile con cui Nigel Farage, leader degli indipendentisti inglesi dell’Ukip e co-presidente degli ‘euroscettici’ dello Efd ha annunciato ieri l’espulsione di Mario Borghezio dal gruppo.  

Quando abbiamo lanciato la petizione sul sito Change.org per  chiedere “le dimissioni di Mario Borghezio dal Parlamento Europeo” sapevamo che il regolamento dell’assemblea legislativa Ue non prevede l’espulsione di un suo deputato. Tuttavia ritenevamo un dovere civile quello di manifestare un sentimento di sdegno e di vergogna nei confronti del rappresentante di un’istituzione, peraltro sovranazionale che, nel commentare la nomina della ministra nera Cecile Kyenge ai microfoni di Radio24 aveva affermato: Scelta del cazzo, ha la faccia da casalinga“,  “Questo è un governo del bonga bonga”…  

Per questo aver raccolto 130mila firme in pochi giorni, essere ricevuti a Strasburgo dal presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, leggere una dichiarazione comune dei gruppi parlamentari di critica radicale a Borghezio e, da ultimo, apprendere dell’espulsione dal gruppo degli “euroscettici” è una netta vittoria; il successo ottenuto da 130mila cittadine e cittadini che con la loro firma hanno ribadito un concetto: è indegno che tra i banchi del Parlamento europeo sieda un rappresentante italiano palesemente razzista. 

Un successo importante ma non basta. Per questo adesso  chiederemo che il Parlamento europeo voti la revoca dell’immunità parlamentare per il deputato Mario Borghezio e che l’esponente del Carroccio, magari per effetto di una class action che impugni la Legge Mancino, sia processato in Italia per istigazione all’odio razziale

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