Sono 112 i morti dell’incendio divampato in un allevamento di polli nella città cinese di Dehui. E’ un bilancio in continuo aggiornamento per la tragedia che ha colpito la provincia nordorientale Jilin. Il primo bilancio parlava di 93 morti e 54 feriti nel rogo, ma le autorità sul posto parlano di una situazione in peggioramento.

I vigili del fuoco sono riusciti a spegnere le fiamme dopo oltre 6 ore. In base ad una prima ricostruzione, l’incendio nella ‘Jilin Baoyuanfeng Poultry Company‘ di Mishazi, è divampato dopo un’esplosione. In quel momento nell’impianto, costruito con materiali prefabbricati, si trovavano più di 300 operai, la maggior parte dei quali divisi in due catene di produzione.

Subito dopo lo scoppio, si è diffuso il panico anche perché è mancata la corrente elettrica e le fiamme si sono propagate rapidamente. Gli operai hanno tentato di uscire dall’impianto, ma il cancello d’ingresso era chiuso a chiave. Circa 100 i lavoratori che sono riusciti a fuggire e i soccorritori stanno ora cercando i dispersi, il cui numero non è ancora chiaro. Alcuni lavoratori sono stati ricoverati in ospedale, sia perché intossicati dal denso fumo nero che si è sprigionato e che si vedeva ad occhio nudo da molta distanza, sia perché rimasti feriti nella precipitosa fuga verso l’esterno. Oltre ad indagare sulle cause dell’incendio, le autorità stanno anche monitorando l’impatto ambientale. Nata nel 2009, l’azienda conta oltre 1200 impiegati e processa circa 67.000 tonnellate di prodotti di pollo l’anno. Secondo i portavoce dell’allevamento, a causare l’incidente sarebbe stata una fuoriuscita di ammoniaca liquida che avrebbe causato un’esplosione. Non si conosce il numero preciso delle persone rimaste intrappolate nell’impianto e la struttura è ancora avvolta dalle fiamme.

Si aspettano nuove informazione e nel frattempo a confermare la notizia è Weibo, il twitter cinese che ha scritto: “I morti sono saliti a 112”.

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