Una festa della Repubblica italiana pensando a chi lo è di fatto, ma non di diritto. Così Matteo Renzi, sindaco di Firenze ha lanciato un appello al Parlamento perchè si intervenga al più presto sul diritto di cittadinanza agli immigrati nati in Italia. “E’ con rispetto che da Firenze torniamo a chiedere al Parlamento e alle autorità centrali che sia presto approvata la legge sullo ius soli, perchè chi nasce in Italia deve essere cittadino italiano”. Per l’occasione  è stata consegnata anche la cittadinanza italiana ai tre senegalesi feriti a Firenze nella sparatoria del 13 dicembre 2011 nella quale morirono due loro connazionali.

Per ribadire l’importanza di una nuova legge sulla cittadinanza, il sindaco Matteo Renzi ha sottolineato come non debba più succedere che un giovane Mario Balotelli, “che parla italiano con accento bresciano, non possa andare alle Olimpiadi perchè minorenne e quindi impossibilitato ad essere cittadino italiano”. Per questo Renzi ha ribadito che, pur riconoscendo l’autonomia al parlamento e alle autorità centrali, “da Firenze parte la richiesta di una legge sullo ius soli”.

Il tema è tra i più discussi dentro e fuori il Parlamento, scatenando diverse reazioni. Al primo cittadino risponde subito Maurizio Gasparri, Vicepresidente del Senato : ”Renzi e’ un demagogo. Non si potrà mai dare la cittadinanza automaticamente a chi nasce in Italia. Questa propaganda crea illusioni, può attirare più clandestini nelle nostre città e, in una fase di crisi economica e occupazionale, può alimentare tensioni sociali”. Secondo l’esponente del Popolo della Libertà, Renzi cavalca un discorso irrealizzabile solo per attirare consensi: “Basta con questa litania” ha aggiunto Gasparri, “un conto sono aggiustamenti tecnici e limitati a leggi già troppo generose, altro è auspicare assurdi automatismi. Piuttosto rendiamo più efficaci i meccanismi di espulsione dei clandestini. Abbiamo già tanta criminalità italiana che non c’è necessità di apporti esteri”.

La festa della Repubblica è stata l’occasione in tutta Italia per conferire la cittadinanza onoraria a stranieri in Italia. Così  il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge ha inviato una lettera a un gruppo di figli di immigrati che a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, sono stati riconosciuti simbolicamente “italiani”. “Per la mia storia personale posso comprendere i vostri turbamenti: la fatica di far valere un’ identità complessa, la difficoltà di stare in bilico tra più mondi, di fronteggiare una burocrazia non sempre amichevole”, ha scritto il ministro.

“Intuisco la rabbia che a volte vi prende per non essere considerati italiani, pur sentendovi tali, quando il vostro nome viene storpiato, quando la gente si sbalordisce che pur avendo un volto ‘stranierò parlate bene l’italiano. Ma mi auguro che reagiate fieri delle vostre origini e con responsabilità verso la terra dove vivete. Le istituzioni oggi vi sorridono. Voi siete mediatori naturali fra le vostre famiglie e la società italiana, siete ambasciatori tra il paese dei vostri avi e l’Italia, conoscete più lingue e frequentate più universi culturali, siete nati per il dialogo e di tale vostro talento questo Paese ha bisogno. La democrazia, infatti, non è ostacolata dalle differenze, ma le differenze sono la ragione e la linfa della democrazia. Certo, occorre uno sfondo comune di valori e di principi inderogabili, che sono, poi, quelli custoditi nella nostra Costituzione. Vi invito, allora, a leggere e a innamorarvi della Costituzione italiana”.

 

 

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