“C’è una leggenda africana secondo cui le donne che vogliono concepire si avviano verso luoghi selvaggi in cerca dello spirito del bambino, che si manifesta loro sotto forma di canzone. Le donne iniziano a intonare questa melodia e la insegnano ai loro mariti. Quando fanno l’amore e nel momento in cui rimangono incinta, la cantano al bambino che tengono in grembo. La insegnano ad altre donne che la aiuteranno durante il travaglio, accogliendo così il neonato con la sua canzone. La stessa che accompagnerà l’individuo lungo tutto il percorso della vita”. Inizia così il libro di Elena Skoko – “Memorie di un parto cantato. Una nascita gentile con Ibu Robin Lim”, presentato a maggio a Roma (qui la pagina Facebook).

L'autrice Elena Skoko e sua figlia Koko

Il libro, edito da Phasar, racconta una storia d’amore, quella tra Elena – ex cantante punk croata che vive tra Indonesia, Italia e Croazia –  il compagno italiano conosciuto a Bali e la figlia Koko, venuta al mondo attraverso il metodo della cosiddetta “nascita gentile“. “Un approccio – spiega Elena – che consiste nell’accompagnare il bambino alla luce in un ambiente il più familiare possibile, rispettando l’atto di nascita in sé, la donna in tutta la sua completezza (il corpo, la mente, la sua cultura, ecc) e il bambino in quanto essere cosciente”. Il libro racconta anche della pratica del “Lotus birth”, in cui il neonato resta collegato alla placenta perché il cordone ombelicale non viene reciso ma si separa naturalmente dal bambino pochi giorni dopo la nascita. “Dalla placenta, che continua a pulsare per qualche tempo, il bambino appena nato riceve un terzo del suo sangue, ma anche ossigeno, globuli rossi e bianchi, ferro, sostanze nutritive e cellule staminali”, spiega l’autrice.

A Bali vive un’ostetrica filippino-americana, Ibu Robin Lim, conosciuta nel mondo come “guerrilla midwife” (cioè “ostetrica d’assalto”, ndr) e in Italia come “l’ostetrica dai piedi scalzi”. Dopo lo tsunami in Indonesia il 26 dicembre 2004, Robin ha fondato a Banda Aceh una clinica che si prende cura della popolazione locale e a Bali il centro nascite “Yayasan Bumi Sehat per le donne che vogliono partorire con il “metodo gentile”.

L'ostetrica e poetessa Ibu Robin Lim

Nel suo centro, situato in mezzo alle risaie dell’Isola degli dei, Elena ha dato alla luce Koko cantando. “Quando ero in travaglio – racconta – il canto mi ha aiutata a rendere il dolore meno percepibile. Dal punto di vista fisiologico, cantare impedisce al diaframma di chiudersi e al corpo di irrigidirsi. Per quanto sembri strano, la bocca è direttamente collegata con il collo dell’utero. Serrando la bocca non aiutiamo la cervice a espandersi. Molti ginecologi famosi, come Michel Odent e Frédérick Leboyer, hanno incoraggiato le donne a usare il canto come metodo di gestione del dolore nel parto. Può essere la canzone preferita, le vocali, le preghiere”. 

Insomma, un capovolgimento dell’imperativo biblico “partorirai con con dolore”. Partorire dunque con amore, questo il presupposto su cui si basa un libro che farà discutere anche per l’implicita critica alla medicalizzazione nel parto e all’eccessivo ricorso al taglio cesareo visto che secondo i dati del ministero della Salute del gennaio 2013, l’Italia batte il record (il 29,31 per cento dei parti totali) di cui il 43 per cento è ingiustificato.

Anche per questo Elena Skoko è tra le fondatrici del movimento internazionale “Freedom for birth – Rome action group“, che si batte per il diritto di scelta della donna durante il parto “qualunque essa sia purché consapevole e informata – spiega Elena – Esiste, infatti, anche il parto cesareo elettivo, dove sono le donne stesse a richiederlo. E’giusto però sapere che un parto cesareo elettivo, senza evidenti motivi di salute, è una pratica scoraggiata dalle linea guida dell’Istituto superiore di sanità italiano per mancate evidenze di vantaggi in termini di salute per la madre e il bambino”.

Nasce con queste premesse “Memorie di un parto cantato“, una ricerca del parto ideale dove il dolore viene trasformato in canto ma anche il racconto dell’amicizia intima con l’ostetrica Ibu Robin Lim, nominata nel 2011 dall’emittente televisiva americana Cnneroina dell’anno.

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