“Sono orgogliosa di lui e di essere sua figlia e non c’è stato mai nulla, assolutamente nulla, che potesse anche minimamente mettere in discussione questo orgoglio“. Dopo le dichiarazioni affidate all’intervista su Panorama e nel giorno della testimonianza di Ruby nel processo contro Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, Marina Berlusconi torna a difendere il padre Silvio. “Su questa storia di fango e calunnie, mio padre ha già spiegato più volte come sono andate davvero le cose. Io posso solo ribadire quello che ho già detto. Conosco molto bene mio padre, conosco la persona che è e la profonda correttezza con cui si è sempre comportato, il rispetto che ha sempre avuto nei confronti degli altri”. E’ con una lettera inviata al direttore di Repubblica, che la presidente Fininvest interviene sull’articolo scritto da Augias  in cui si parla del processo Ruby in cui l’ex premier Silvio Berlusconi è imputato di concussione e prostituzione minorile.

Marina Berlusconi attacca Augias, sostenendo che il giornalista entri nel merito del suo rapporto padre-figlia con il Cavaliere. “Si arriva a criticarmi per i sentimenti, la stima e la considerazione che ho per mio padre”, arrivando “a farmi la predica su come dovrei o non dovrei comportarmi con lui. Ma come si permette, il signor Augias? Non si rende conto che tutto ciò appartiene alla peggiore inquisizione?”.

Per la primogenita del Cavaliere l’articolo incriminato “è la migliore, o peggiore, dimostrazione degli enormi guasti che sono stati provocati da chi, in modo spesso consapevole, continua a non distinguere tra opinioni personali di tipo morale, o moralistico, giudizi politici, procedimenti giudiziari. Augias avrà le sue opinioni su mio padre, milioni di italiani, a cominciare dalla sottoscritta, ne hanno altre, radicalmente diverse. I Tribunali però – prosegue Marina Berlusconi –  non si occupano, o non si dovrebbero, occupare di opinioni. E la Procura di Milano pochi giorni fa ha chiesto per mio padre la condanna a 6 anni di reclusione e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Su questa enormità Augias non ha nulla da dire. Anzi, liquida il tutto con un inciso sconcertante: ammettiamo pure, bontà sua, che tutte queste cose non abbiano rilevanza penale. Di che cosa stiamo parlando, allora?”.

Poi definisce il processo Ruby “solo una grancassa mediatica per poter infangare chi non ha fatto nulla per meritarselo”. “Su quali basi, secondo Augias – è la domanda di Marina Berlusconi-  si dovrebbe dunque arrivare a una condanna? Perchè a lui e a quelli che la pensano come lui non piacciono, cito testualmente, il buon gusto di mio padre e le barzellette che racconta?” “Non si permetta, il signor Augias – è l’avvertimento conclusivo – di insegnare ad una figlia che cosa deve pensare di suo padre. Si preoccupi di rispettare, di fronte ai propri lettori, chi ha idee diverse dalla sua. E soprattutto non tenti di spacciare le opinioni per assolute verità”.

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