Giustizia & Impunità

Ruby al processo bis: “Mai avuto rapporti a pagamento”. “Le telefonate su B? Bugie”

La giovane protagonista delle feste di Berlusconi ad Arcore depone al dibattimento parallelo contro il giornalista, Mora e Minetti. E ribadisce che a condurla la prima volta ad Arcore fu l'allora direttore del Tg4. Che sapeva della sua minore età. "Vidi il palo da lap dance e Minetti vestita da suora, che poi restò in biancheria intima"

Ruby nega tutto. Mai avuto rapporti intimi con Berlusconi, mai avuto rapporti sessuali a pagamento neppure con altre persone. E le telefonate in cui parlava delle pressioni dell’allora premier perché stesse zitta su quanto accadeva ad Arcore? “Tutte bugie”. Il tutto accompagnato da molti “non ricordo”. E’ la testimonianza di Karima al Mahroug, alias Ruby, al processo Ruby bis, che vede imputati, oltre al giornalista Emilio Fede, anche Lele Mora e Nicole Minetti per favoreggiamento e induzione alla prostituzione. Ruby ha invece confermato che ad accompagnarla la prima sera ad Arcore fu l’ex direttore del Tg4, circostanza importante perché Fede aveva conosciuto la giovane marocchina a un concorso di bellezza a Taormina ed era consapevole della sua minore età.

Ruby ha però confermato il reale tenore delle “cene eleganti” organizzate dall’allora premier Silvio Berlusconi, con palo da lap dance, ragazze travestite da suore o “da Boccassini”, danze provocanti davanti al padrone di casa: ”Le ragazze si avvicinavano in modo sensuale mentre facevano i loro balletti, ma non ho mai visto contatti fisici” con il leader del Pdl, ha affermato davanti ai giudici. Ruby ha negato di aver mai avuto rapporti sessuali a pagamento, e di aver avuto rapporti sessuali con Berlusconi. E ha definito “bugie” i riferimenti a pressioni di Berlusconi per nascondere la natura del loro rapporto contenuti in telefonate intercettate. “Mi vantavo di cose mai successe – ha spiegato – dicevo di averlo sentito e che era innamorato, dicevo ‘mi coprirà d’oro’, ma erano tutte invenzioni”. Sarebbe stata una battuta anche l’espressione usata per definire sia lei sia Noemi Letizia: “Noemi è la pupilla, io il culo”. La testimonianza continuerà il 24 maggio, non sono bastate sei ore per completare tutte le domande dell’accusa e della presidente del collegio.

RUBY: “TUTTE VANTERIE, TUTTE CAVOLATE. MAI RICEVUTI 5 MILIONI.“Tutte vanterie, tutte cavolate”. La giovane marocchina ha ripetuto in continuazione che era sua abitudine dire bugie per difendersi dalla realtà e che avrebbe mentito anche riguardo ai soldi di cui parlava durante le conversazioni con amici e anche con la famiglia. Chiacchiere intercettate dagli investigatori e depositate agli atti del processo. “Mai ricevuti né promessi da Silvio Berlusconi quei 5 milioni di euro” ha sottilineato la teste-parte offesa. Ruby ha spiegato al pm Antonio Sangermano e al collegio che aveva raccontato ai genitori e a un’amica che avrebbe dovuto ricevere tra i tre e i sei milioni dall’allora presidente del Consiglio solo “per vantarmi con moltissime persone. Lo avevo detto in giro per giustificare quello che era uscito sui giornali”. Il presidente del collegio, Annamaria Gatto, facendo riferimento a un diario due anni fa nell’abitazione di Genova della ragazza e sul quale aveva annotato che avrebbe dovuto ricevere 5 milioni, le ha chiesto chiarimenti. E lei più di una volta la giovane donna ha ripetuto di aver raccontato quella storia “per vantarmi, se fosse stato vero non avrei avuto bisogno di scriverlo”. Inoltre Karima ha ricordato di aver mostrato quell’appunto allo stesso Luca Risso, il compagno attuale, a sua madre e alle amiche che andavano a farle visita perché “per tutti l’essere finita in un caso del presidente Berlusconi era un cosa non normale. Perché era un uomo straricco…”. Ruby ha anche testimoniato che durante la serata del 14 febbraio 2010 (prima volta ad Arcore, ndr) aveva raccontato di aver subito maltrattamenti e che in molti si era commossi e che proprio quella sera aveva inventato che sua madre era un cantante e che era imparentata con l’ex presidente dell’Egitto Mubarak. Berlusconi a fine serata le aveva poi consegnato una busta – con 2000-3000 euro – “piccolo aiuto” e che aveva dato il suo numero telefono al padrone di casa. Che l’aveva chiamata per invitarla nuovamente. E Ruby aveva così cominciato a partecipare alle cene eleganti.

MORA: “NON SAPEVO DELLA SUA MINORE ETA'”. Il procedimento è parallelo rispetto a quello in cui Silvio Berlusconi è accusato di concussione prostituzione minorile, per il quale nei giorni scorsi il pm Ilda Boccassini ha pronunciato la sua requisitoria e ha chiesto sei anni di reclusione per il leader Pdl.”Nessuno sapeva che Ruby fosse minorenne, nemmeno io”, ha assicurato Mora prima dell’inizio dell’udienza. “Lei stessa – ha proseguito l’agente televisivo – aveva dichiarato all’ufficio di casting di avere 24 anni e la cosa è stata esibita agli atti”. Ai cronisti che gli facevano notare come il sostituto procuratore Ilda Boccassini avesse affermato nel corso della sua requisitoria che fosse stato Emilio Fede e non lui a portare ad Arcore la giovane marocchina, Lele Mora commenta: “Se lo dice la Boccassini vuol dire che è la verità”.

Davanti alla corte presieduta da Anna Maria GattoRuby (segui la sua deposizione in diretta streaming) ha ripercorso la nascita del suo rapporto con Emilio Fede e Lele Mora, prima di essere introdotta alle feste di Berlusconi ad Arcore. Ha confermato che fu Fede a portarla ad Arcore la prima sera, il 14 febbraio 2010. Fede aveva conosciuto Ruby a un concorso di bellezza a Taormina, dove aveva saputo che la ragazza era minorenne. E’ questo uno dei punti chiave dell’accusa, anche nel procedimento parallelo, dove il pm Boccassini ha sostenuto nella sua requisitoria che se la circostaza era nota al giornalista fedelissimo di Berlusconi, certamente era a conoscenza anche di Berlusconi. Lo stesso Cavaliere ha sempre sostenuto che invece fu Mora ad accompagnare la ragazza a Villa San Martino, e lo ha ribadito nel recente e controverso speciale trasmesso da Canale 5

Arrivata dalla Sicilia a Milano,“verso la fine di ottobre del 2009”, Ruby di presentò in viale Monza all’agenzia di Lele Mora “nella speranza di trovare un lavoro nel mondo della moda e dello spettacolo”, dando come generalità “il nome di Ruby, che avevo preso da una telenovela, e il cognome di una cantante e affermando che avevo 19 anni”, ha spiegato. 

FEDE E LA PRIMA FESTA AD ARCORE. E il contatto con il prsidente del Consiglio? La giovane marocchina ha raccontato che fu Mora, la sera di San Valentino di tre anni fa, a farle trovare una macchina con autista sotto l’agenzia, senza però comunicarle la destinazione finale, tanto che lei pensava di dover andare per una serata alla discoteca Hollywood. L’auto fece invece tappa a Palazzo dei Cigni a Milano 2, sede delle produzioni televisive Mediaset, dove salì Fede. Tappa successiva, a sorpresa, la dimora del presidente del consiglio ad Arcore. “Fui sorpresa di trovarmi lì”, ha commentato Ruby. La ragazza ha affermato di aver accennato già nella prima serata della sua parentela con il presidente egiziano Mubarak, totalmente falsa. Il giudice Gatto le ha fatto notare che la circostanza è stata smentita da altri testimoni. 

“BALLI PROVOCANTI, MA NESSUN CONTATTO FISICO”. Nei dopo-cena di Arcore, ha continuato, la show-girl Marystelle Polanco si travestì da “Obama e da Ilda Boccassini, con una parrucca rossa e con la toga”. Altre ragazze si vestivano “da infermierine sexy e da dottoresse” e che nella sala “del Bunga-Bunga” c’era anche un “palo della lap-dance” (scomparso nella ricostruzione di Canale 5). Ruby ha ricordato anche Nicole Minetti vestita da suora. La Minetti, alla fine si tolse i vestiti e “restò in biancheria intima”. Le ragazze si avvicinavano al premier ballando “con fare ammiccante”, ma senza “contatti fisici”. Al termine della seconda festa ad Arcore Ruby ha raccontato di essersi trattenuta a dormire a casa di Berlusconi. Il presidente “mi aveva detto che potevo rimanere a dormire lì. Sono così rimasta da sola in una stanza”. La ragazza ha inoltre raccontato di aver lasciato villa San Martino solo nel pomeriggio del giorno successivo, dopo aver pranzato.

Il suo contributo alle feste, ha detto in aula, è consistito soltanto “in un balletto di danza del ventre”, usando gli abiti regalati a Berlusconi da Gheddafi.Ruby ha confermato che tanto nella prima quanto nella seconda partecipazione alle feste di Arcore ha ricevuto una busta contenente due-tremila euro. Dopodiché “avevo il contatto con il presidente Berlusconi, e quindi mi invitava lui, ogni tanto telefonavo io per sapere se c’era la cena”. Ha spiegato di essere andata a villa San Martino “cinque, sei o sette volte. L’ultima sera doveva essere il Primo maggio ma le date non me le ricordo”. Ha poi raccontato di aver ottenuto 30 mila euro da Giuseppe Spinelli, il contabile di Silvio Berlusconi che si occupava anche dei pagamenti alle cosidedette “Olgettine”, per aprire un centro estetico in via della Spiga, a Milano, “il mio sogno”. O almeno così lo aveva illustrato a Berlusconi, perché in realtà la giovane marocchina non aveva alcun progetto concreto in materia e ha speso poi quei soldi altrimenti.

LA NOTTE IN QUESTURA E LA TELEFONATA CON BERLUSCONI. Sulla famosa notte nella questura di Milano, tra il 27 e il 28 maggio 2010, costata a Berlusconi un’accusa di concussione nell’altro processo, Ruby ha raccontato che c’erano “Nicole Minetti, Michelle Conceicao e Miriam Loddo”. Conceicao, stando al racconto di Ruby, le avrebbe detto: “Non ti preoccupare, faremo di tutto per non farti tornare in comunità. Tutti i retroscena non li conosco”. Uscita dalla questura per intervento diretto dell’allora premier, e in senso contrario all’indicazione data dal pm minorile Anna Maria Fiorillo, Ruby ha raccontato di aver parlato al telefono con lo stesso Berlusconi, che “era arrabbiato” e che le chiese “perché avevo detto tutte quelle cavolate”.

“RAPPORTI A PAGAMENTO? MAI”. Ruby ha spiegato che le telefonate in cui lei confidava ad amiche pressioni Berlusconi per addomesticare le sue testimonianze (“Fai la pazza…”) erano “tutte bugie”. E all’esplicita domanda del giudice se avesse mai avuto rapporti sessuali a pagamento ha risposto: “No”. Di fronte alla contestazione di una telefonata in cui parlava esplicitamente di “tariffe”, ha replicato di non ricordare. Una semplice “battuta” anche il celebre accenno alla “pupilla” e al “culo” in riferimento al rapporto tra Berlusconi e Noemi Letizia. “Stavo scherzando con un amico”. Il giudice ha evocato anche la telefonata in cui Ruby chiede al padre di raccomandare alla madre di tacere sui rapporti con il premier: “Non ricordo”.

Nel corso dell’interrogatorio del pm Sangermano, Ruby ha risposto “no” alla domanda se avesse mai avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi. Sangermano ha poi affrontato il tema cruciale della minore età, sempre contestando intercettazioni. “Berlusconi sapeva che avevo 23-24 anni”, e le intrecettazioni dove fa intendere il contrario, ha detto Ruby, sono anche queste “Bugie. Non so perché raccontavo tutte queste cavolate”. Ruby ha anche smentito qualunque trattiva con il leader Pdl per “vendere” il proprio silenzio su tutta la vicenda, e di avere ottenuto altro denaro oltre a quello dichiarato per le feste e per il centro estetico. “Falsa”, ha spiegato, anche la storia dei “4,5-5 milioni” in arrivo da Berlusconi raccontata alla mamma.